martedì 29 giugno 2010

Oliveri: Consiglio Comunale


Scarsa affluenza di pubblico, al Consiglio Comunale, riunito in seconda convocazione, stamattina.
L' argomento all'ordine del giorno era tra i più importanti: il "futuro" costo della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Come tutti sanno il costo della bolletta sui rifiuti era stato determinato, negli anni passati, illeggittimamente dalle Ato ma, come da recenti sentenze, essendo una " tassa" locale da imporre ai cittadini, l'unico organo legittimato a determinarlo era ed e' il Consiglio Comunale.
Adempimento che, per quanto riguarda Oliveri, e' stato compiuto oggi.
La discussione in aula e' stata vivace e, a mio avviso, molto interessante.
Certo, pensando a come sono state gestite le cose in passato, sull'argomento "spazzatura" e sull'esperienza delle Ato rifiuti, che definire fallimentare è poco, cose da dire ce ne sarebbero a tonnellate ma, in questa sede, nulla voglio aggiungere:ho già scritto fin troppo su questo argomento ( vedi nel blog alla voce Ato).
Tantomeno voglio dire alcunchè sull'insipienza di certe amministrazioni comunali di Oliveri che, nel passato, pur essendo il nostro Comune socio dell' Ato, manco partecipavano alle riunioni della società .
Oggi, l'attuale Amministrazione Comunale ha dovuto presentare, e sottoporre al voto del Consiglio, il regolamento per la gestione dei rifiuti solidi urbani ed il preventivo di spesa redatto dall'Ato Me2 ( attualmente commissariata).
Di conseguenza, stamattina, il Consiglio Comunale ha dovuto affrontare lo spinoso argomento dell' importo della bolletta da far pagare, in futuro, ai cittadini di Oliveri.
La cifra,dedotta dal piano di spesa preventivato, ammonta a 117 euro a cittadino.
Prima di entrare nel merito della questione, a cominciare dalle motivazioni che hanno indotto la convocare d'urgenza, ed in un orario insolito, del Consiglio Comunale, e' utile ricordare che:
  1. Il 28 maggio 2010, i sindaci dei 38 comuni azionisti dell'Ato Me 2 ( da Villafranca a Brolo) hanno votato all'unanimità la liquidazione volontaria della società che gestisce i rifiuti ed avviato tutte le procedure necessarie per far cessare definitivamente tutte le attività in atto.
  2. In concomitanza con la messa in stato di liquidazione, i sindaci hanno nominato un commissario liquidatore
To be continued

Oliveri e l'acqua


Anche quest'anno, ci risiamo: la consueta ordinanza "estiva" ci avverte che l'acqua del nostro civico acquedotto non e' potabile.
Dal sito del Comune ( leggi quì) :

"PREMESSO che a seguito dei controlli effettuati sulle acque potabili dall’ASP Dipartimento di Prevenzione – Distretto di Patti – in data 22.06.2010, in entrata ed in uscita nel serbatoio centrale e presso il Municipio, è emerso che alcuni valori non rientrano nei limiti fissati dal D.L. 31/01 e che pertanto è stato disposto il divieto dell’uso potabile dell’acqua, la clorazione continua e la verifica delle fonti di approvvigionamento, giusta nota prot. 1085 UCIP del 22.06.2010;

RITENUTO di dover emanare apposita ordinanza di divieto per uso potabile dell’acqua distribuita dal civico acquedotto, in attesa delle necessarie verifiche e dei risultati delle nuove analisi;

VISTO l’art. 50 del Decreto Legislativo n. 267/00;

ORDINA

- E’ VIETATO IN TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE L’USO AI FINI POTABILI DELL’ACQUA DISTRIBUITA DAL CIVICO ACQUEDOTTO;

- LA MASSIMA DIFFUSIONE DELLA PRESENTE, ANCHE ATTRAVERSO L’AFFISSIONE IN SPAZI PUBBLICI ED ESERCIZI COMMERCIALI;

LA PRESENTE ORDINANZA CONSERVERA’ LA PROPRIA VALIDITA’ FINO A REVOCA ESPRESSA

- LA POLIZIA MUNICPALE E’ INCARICATA DELL’ESECUZIONE DELLA PRESENTE ORDINANZA".

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Ora, sorgono spontanee alcune domande :
  1. l'acqua in entrata ed in uscita nel serbatoio centrale ha "alcuni" valori che non rientrano nei limiti fissati dal D.L. 31/01. Quali valori?
  2. E’ VIETATO IN TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE L’USO AI FINI POTABILI DELL’ACQUA DISTRIBUITA DAL CIVICO ACQUEDOTTO significa che l'acqua non la si puo' bere. La si può usare per cucinare? Per fare il caffè? Per fare gelati o granite? E per lavare le stoviglie?
  3. Cosa rischia chi dovesse "per sbaglio" ingerire quest'acqua comunale?Non e' che diventa, per caso, tutto blu come le famigerate mozzarelle (leggi quì)? No,vero?

Maurizio Pirrotti

To be continued

sabato 26 giugno 2010

Tanto tuonò che piovve


Era da un paio di giorni che sinistri scricchiolii provenivano dall'interno del "case".
A dire il vero, anche
la "ventolona" frontale da più giorni "tuonava" più del solito ma, come spesso accade, ci si accorge dei segnali premonitori solo dopo che il "patatrac" succede e il "patatrac" è successo mercoledì scorso: il " glorioso" Intel Prescott, che dal 2005 equipaggiava il mio computer e'... spirato.
Come processore non era "eccelso" ed aveva fin dalla nascita deluso ogni aspettativa ( leggi quì) ma, come un figlio sfortunato e "malriuscito", godeva di tutte le cure più premurose: supercase con 12 ventole, di cui una maggiorata, di proporzioni esagerate, proprio sopra, che per 5 anni gli ha consentito di vivere prestazioni più che dignitose.
Oggi, sono riuscito a farmene una ragione...

Torno ad aggiornare il blog da un portatile destinato,finora, ad altro uso.

Il colpo, come potete intuire, per me, e' stato forte ma, adesso, mi sto lentamente riprendendo.

Sigh, sigh...

Maurizio Pirrotti

mercoledì 23 giugno 2010

Messaggio di allarme


In questo blog, sulla destra, tra i widget presenti c'è n'è uno dal titolo: "Blog che seguo".
E' per me una vera comodità poter "raggruppare" i blog che seguo tutti insieme a portata di clic (la consultazione e' facile ) e considerato che, di ogni blog e' riportato il titolo aggiornato al post più recente, la consultazione e' anche rapida (si evitano inutili perdite di tempo andando a vedere cose già lette).
Oggi, nell'accedere da Oliveri Libera ad uno dei blog che seguo, il sistema di protezione del browser mi ha avvisato: se visiti questo sito il tuo computer potrebbe subire danni!
Il blog in questione si chiama oltrelacoltre e l'indirizzo e' www.oltrelacoltre.com.
Utilizzando la consulenza relativa alle pagine di diagnostica, offerta da Google, ecco cosa e' venuto fuori:

Qual è lo stato corrente del sito oltrelacoltre.com?

Il sito è contrassegnato come sospetto. La visita di questo sito potrebbe danneggiare il tuo computer.

Parte di questo sito è stata contrassegnata come avente attività sospetta 2 volte nel corso degli ultimi 90 giorni.

Che cosa è successo quando Google ha visitato questo sito?

Delle 292 pagine che abbiamo testato sul sito negli ultimi 90 giorni, 15 pagine hanno causato il download e l'installazione di software dannosi senza l'autorizzazione dell'utente. L'ultima volta in cui Google ha visitato questo sito è stato il 2010-06-23, mentre l'ultima volta in cui sono stati rilevati contenuti sospetti su questo sito è stato il 2010-06-23.

Malicious software includes 233 scripting exploit(s), 8 worm(s), 7 trojan(s). Successful infection resulted in an average of 1 new process(es) on the target machine.

Il software dannoso è presente in 8 domini, tra cui acdftpbaoxk.com/, qabswboqoxk.com/, ifgplzoithr.com/.

1 domini sembrano operare da intermediari per la distribuzione di malware ai visitatori di questo sito, tra questi search.twitter.com/.

This site was hosted on 1 network(s) including AS31034 (ARUBA).

Questo sito ha operato da intermediario causando un'ulteriore distribuzione di malware?

Negli ultimi 90 giorni oltrelacoltre.com non sembra aver operato come intermediario per l'infezione di altri siti.

Questo sito ha ospitato malware?

No, questo sito non ha ospitato software dannosi negli ultimi 90 giorni.

In che modo è avvenuto?

In alcuni casi, può succedere che un codice dannoso venga aggiunto a siti autentici da terzi causando la visualizzazione del nostro messaggio di avviso.


Che dire? Il sito www.oltrelacoltre.com pubblica articoli molto interessanti su argomenti importanti.
Che sia stato fatto oggetto di un attacco da parte di non meglio identificati hacker, può essere e se è così , il fatto non mi meraviglia.
Ho provveduto ad inviare una email per mettere al corrente i gestori del sito.
Intanto, a Google, dico: grazie!

Maurizio Pirrotti

martedì 22 giugno 2010

Sui mondiali


La foto risale a un mese fa, quando, in vista dei mondiali, la nazionale argentina "incontrava" l'omologa canadese.
Nello striscione si chiede che il Nobel per la pace venga, quest'anno, assegnato alle Madri di Plaza de Mayo.
Caspita, queste signore non sono Obama ed il Nobel per la pace se lo meritano sul serio!


Maurizio Pirrotti

fonte:http://fulviogrimaldi.blogspot.com/

lunedì 21 giugno 2010

Alla ricerca del tonno perduto


Dal 21 al 24 giugno si celebra il solstizio d'estate.
Sin dall'antichità, il cambio di direzione che il sole compie, proprio in questi giorni , e' considerato un "evento" particolare e "magico".
"In questo breve ma intenso arco di tempo, tutte le piante e le erbe sulla terra vengono influenzate con particolare forza e potere"1).
Per la tradizione cattolica, in questi giorni, si festeggia S.Giovanni.
Usanza vuole che: "nella notte tra il 23 e il 24 giugno ( giorno nascita del Santo, 6 mesi prima del Cristo) si brucino le vecchie erbe nei falò e se ne raccolgano di nuove e si mettano in atto diversi tipi di pratiche per conoscere il futuro perchè, come dice il detto, " San Giovanni non vuole inganni".1)
E manco noi.
Custodi della tradizionale ortodossia, infatti, noi intendevamo festeggiare degnamente il solstizio d'estate.
Con una cena.
A base di...tonno.
Alla ricerca del pesce pelagico ci siamo messi in macchina, l'altro giorno.
Ti accorgi di quante quante vie e viuzze ci sono in un paese, quando sei costretto a trovare un negozio ma, non ne conosci l'esatta ubicazione:niente indirizzo, nome della strada etc etc. sai solo che c'è, che e' lì da qualche parte...
Se poi hai la fortuna che di solito ho io, quando accosti e chiedi lumi ad un passante:
"Non so, mi scusi, non sono di quà" e' la risposta sconfortante che proprio non vuoi sentirti dare.
Specialmente se e' una torrida giornata d'estate e il tempo che hai a disposizione non e' l'eternità.
Cosicchè quella mattina, in auto, procedevo col mio fido navigatore che non era satellitare ma, era Mimmo e la strada la "sapeva".
Del resto,continuavo a ripetermi:"Perdersi a Tonnarella e' impossibile".
Infatti non ci siamo persi noi, si e' perso il ...Tonno.
Abbiamo "scoperto" che la pesca di quello che un tempo era il signore dei nostri mari, il tonno " rosso", e' contingentata da una normativa europea e che sui bancali, delle nostre pescherie, il
Thunnus thynnus non si trova "facilmente".
Nel nostro mare, puo' essere pescato solo da chi e' in possesso delle "quote tonno" (espediente europeo simile alle "quote latte") e una volta pescato,puo' essere sbarcato solo nei porti di Milazzo o Messina.
A chi capita di pescarlo ( da Tusa a Oliveri) la "legge europea" offre la seguente alternativa: o sbarchi il pescato a Milazzo o Messina o puoi ributtarlo a mare!
Se il pescatore tenta di sbarcare altrove o vendere il tonno senza essere in possesso delle famigerate "quote", rischia l'arresto.
Poveri pescatori locali, povero S.Giovanni e poveri noi.
A Tonnarella cercavamo il tonno e abbiamo trovato ... l'Europa.
Mencla!
(e l'ho detto in latino che sembra meno volgare.)

Maurizio Pirrotti

Nota
2) Per correttezza di informazione va detto che la stagione di pesca al tonno rosso si è ufficialmente chiusa a mezzanotte del 14 giugno.
Le popolazioni di tonno, nel Mediterraneo, si sono ridotte circa dell'80 per cento soprattutto a causa della forte richiesta del mercato giapponese che chiede tonno rosso per il sushi.
E terribile da dire ma, i tonni rischiano di sparire definitivamente dal Mediterraneo!

1)fonte: http://www.bethelux.it/sangiovanni.htm

2)fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2010/06/21/news/tonno_rosso-5020861/

Ps
Nel fine settimana,in mancanza del tonno e in attesa del "solstizio" abbiamo festeggiato all'aperto ed al chiuso.
Nel senso che sabato abbiamo cenato, con amici, in campagna e domenica, nella canonica sede con i membri della "loggia da furchetta".
Sabato, tipico menù da pic-nic:
"pasta o funnu cu tutti i consi".
Possibili e immaginabili, aggiungo io.
Al canonico ragù, facevano compagnia, melanzane, formaggio, salame, prosciutto, mortadella, e una quantità tale di uova sode ...ma, non c'erano i piselli. Perchè:" i piselli nta pasta o funnu non ci stanno", come dice Antonella, e questo si sa!
C'è stata, in occasione della degustazione "da pasta o funnu", una piccola gara a chi ne mangiava di più.
Sono stato proditoriamente sconfitto.
Me ne dolgo.
Ma non c'è stata partita.
Il vincitore che già dopo la quarta porzione aveva già "stracciato" tutti, ha voluto umiliare i presenti presentandosi solitario al "traguardo" del tiramisù.
Gli altri commensali, me compreso, dopo tutta quella "pasta o funnu" si erano già arresi senza condizioni.
Il vincitore, raffigurato a sinistra in effigie, alla fine della "cerimonia" ha solennemente dichiarato e non in latino:
"Minc .... quantu manciai!"
E siamo stati tutti d'accordo.
(segue)

Domenica nella "storica"sede" della "loggia da furchetta" si e' tenuto il consueto "rito" del fine settimana.
Stavolta in forma abbreviata.
Nel senso che si e' parlato poco e appena arrivati ci siamo messi subito a ...tavola.
Gran cerimoniere della serata, Sandro che,
come si evince dalla foto, ha interpretato il suo ruolo con grande impegno e spirito di abnegazione.
Il suo risotto al limone con gamberetti e' arrivato in tavola quando la maggior parte dei commensali aveva consumato un lauto antipasto a base di zucchine arrostite, ricotta , provola e ...focaccia.
Si sa, quando si e' affamati si e' anche impazienti.....
E poi, sia la focaccia che tutto il resto, era così invitante...
Il risotto e' stato comunque molto apprezzato e al "cuciniere" sono stato tributati gli onori del caso. Con il bis che io però non ho fatto. Tralasciato il secondo, anche perchè non ce n'era, siamo passati alla frutta.
Composta con la consueta "vena artistica" in foto fa proprio un figurone.
Vi assicuro, anche dal "vivo". Ciliege, albicocche ed Ananas sono stati un piacevole intermezzo prima del dolce. L'ananas si è salvato, nel senso che, pur portato in tavola, non e' stato mangiato... stavolta.
Proseguendo, e' giunto in tavola, il pezzo forte della serata: il dolce. Anzi, i dolci: degni di nota e semplicemente "sublimi".
La torta San non so che, preparata da Enza e' stata tra le più buone che io abbia mai mangiato.
Bignè ripieni di panna,ciliege e crema decoravano un "pandispagna" farcito con una crema squisita...
Insomma, una torta
bella a vedersi e seplicemente....ottima.
Complimenti e applausi meritatissimi alla pasticcera.
Nota a parte merita il "creme caramel".
Era da 1976 ( dai tempi del S.Luigi) che non ne mangiavo.
La preparazione di questo dolce e' laboriosa e complessa : 24 uova, due litri di latte,panna, poco zucchero, un baccello di vaniglia e due ore e mezza in forno, a bagno-maria.
Due ore e mezza in cui puo' accadere di tutto: che non monti e impazzisca, che si bruci o peggio che ne tracimi un pò tra le pareti del forno incandescente ma, questa e' un altra storia.
Sandro di questo "creme caramel" ne e' stato l'artificiere.
Pardon, l'autore.
Il risultato, come si evince dalla foto, merita una sola definizione: " capolavoro".
Punto.

E' seguita un lunga "pausa sigaretta" in attesa del caffè.
Della serie: "a noi Lucullo ci fa un baffo ma, chi ce la fa ad alzarsi" ci e' voluto un pò prima che un volontario provvedesse a "mettere su" "a cafittera".
Con gli applausi al volontario e già che c'eravamo pure a Lucullo, si e' conclusa la consueta riunione settimanale "da loggia da furchetta".
Appuntamento alla prossima domenica:" semper gaudentis!"

Maurizio Pirrotti

Dalla discarica alla.... spiaggia pulita

L’ingresso” del nostro amato Marinello,dalla discarica alla spiaggia pulita ….

Ogni fine settimana vengono tanti bagnanti a Marinello, si compiacciono della bella natura, della meravigliosa baia che è un tesoro della Sicilia, si divertono, fanno i bagni nell’acqua pulita e quando vanno via ….. lasciano le immondizie.

Immondizie che si accumulano settimana per settimana e infine la spiaggia è diventata una discarica, che fa veramente schifo ed i turisti che la vedono dicono che tutta la Sicilia sia così.

Chi pulisce? Chi è responsabile? Nessuno?

Stufi di questa sporcizia, i Surfisti di Oliveri si sono messi insieme, hanno pulito la spiaggia, hanno portato via bottiglie d’olio (!), plastica, carta, vetro e tante altre cose, hanno rastrellato, raccolto milioni di cicche di sigarette…. E infine almeno questa parte della spiaggia è pulita – temo però che non durerà a lungo, perché il prossimo weekend verrà sicuramente.

Dice uno degli “operai” con il rastrello in mano: “non invitiamo il Sindaco di Patti a venire a Marinello, perché gli amministratori di Patti scrivono solo cartelli e del resto se ne fottono”.

Juergen Mostert

sabato 19 giugno 2010

L'acqua ...e dopo privatizzeranno anche l'aria?


E' già successo, in Sicilia, con l'istituzione delle Ato rifiuti. (leggi quì; - quì; - quì) . Compiti, un tempo, propri dei Comuni come la raccolta e lo smaltimento della spazzatura, per legge, sono stati affidati, ai privati.
Tutti sappiamo come e' andata a finire quella esperienza: ha caricato sulle spalle dei cittadini debiti su debiti e lasciato strascichi giudiziari ma.....
chissà perchè, quando una cosa non va o una "decisione politica" si rivela per quello che e', cioe' una vera schifezza, non si riesce mai a capire chi ne sia il responsabile: la colpa e' sempre di non meglio identificati "altri" ed in ultima analisi sempre nostra, cioe' di noi cittadini, puniti con salatissime bollette in cambio di servizi inefficienti.
Oggi e' d'attualità l'argomento "acqua" e il ritornello si ripete.
Vogliono privatizzarla ma, solo per il nostro bene.
Dopo la spazzatura,l'acqua ... E dopo? Privatizzeranno anche l'aria?
A calci in culo andrebbero presi ma,solo per il loro bene s'intende.

Maurizio Pirrotti


Di seguito il post di Agorà di Cloro dal titolo:

Acqua privata: Ronchi prende per il sedere gli italiani

…Ed evidentemente pensa di trovare terreno, vista l’incultura televisiva che ci caratterizza da piu’ di un ventennio. Orbene: il ministro che ha privatizzato l’erogazione di acqua nelle nostre case ha pubblicato un documento intitolato religiosamente “La verità sull’acqua” e lo potete leggere qui.

Sostanzialmente il Ronchi cerca di passare un messaggio esplicito: NON E’ VERO che col suo decreto sia stata privatizzata l’acqua. Come tale essa resta “bene pubblico”,dice.
Poi però aggiunge:

“Ma alla luce delle esperienze maturate è però inaccettabile sostenere che l’acqua debba essere gestita da un monopolio pubblico”

cioè: se l’acqua, così come essa sgorga dalle viscere della Terra è “bene pubblico” la sua gestione “è inaccettabile che non sia privata.
Perchè? Il ministro, con argomenti degni del peggior dott. AzzeccaGarbugli di matrice manzoniana risponde:

l’obiettivo di questa riforma è chiaro: rendere più aperto e competitivo il settore dei servizi pubblici locali che altro non sono che l’interfaccia delle amministrazioni locali, una cartina di tornasole attraverso cui misurare, negli adempimenti quotidiani, la qualità della vita dei cittadini.”

Cioè: migliorarci la vita, a noi italiani, capito? Lo ha fatto per migliorarci la vita. Allo stesso modo che agli abruzzesi terremotati la cricca dei “protettori civili” ha “migliorato la vita” : al posto che ricostruire il patrimonio immobiliare e archittetonico aquilano che sta andando giorno dopo giorno in malora, anche lì il governo ha reso “più aperto e competitivo il settore dei servizi pubblici locali che altro non sono che l’interfaccia delle amministrazioni locali, una cartina di tornasole attraverso cui misurare, negli adempimenti quotidiani, la qualità della vita dei cittadini.”
Il risultato è stata la privatizzazione del progetto di ricostruzione C.A.S.E. che ha regalato agli aquilani baracche come queste .

Tornando all’acqua, Ronchi dice che, appunto,”alla luce delle esperienze maturate è però inaccettabile sostenere che l’acqua debba essere gestita da un monopolio pubblico. Questo perché troppo spesso i monopoli hanno generato diseconomie di scala e si sono tramutati in carrozzoni”.

Bhe, queste “esperienze maturate” il Ronchi o non le conosce o conta che non le si conoscano noi italiani…perchè di solito un’esperienza “arricchisce”, ma in questo caso diciamo che s’è trattato di “esperienze impoverenti” se non altro sul piano della bolletta, perchè chi s’è arrricchito in effetti c’è stato…

In Sicilia “l’oro blu” è stata consegnata alla “Girgenti acqua” , che non solo ha aumentato le bollette in modo spropositato, ma si è pure messa a licenziare gli addetti degli impianti di depurazione. Il malcontento in Sicilia è a livelli endemici, ma Ronchi evidentemente la considera una “bella esperienza”.

Anche a Latina, l’ “acqualatina” è la società che dal 2002 gestisce l’acqua in quella città. Anche lì abbiamo bollette improponibili, aggiunte ad inadempienze della società che gestisce i servizi idrici che con l’ente pubblico ha firmato un contratto tutto a suo favore, per il quale essa incassa dall’utenza ma se c’è da spendere “non caccia una lira” perchè le “perdite” sono tutte a carico dell’ente pubblico.

Ad Arezzo, da quando l’acqua è in mano a una multinazionale francese e ad una società italiana “Nuove Acque”, non solo si è verificato l’immancabile raddoppiamento (o anche triplicamento) delle bollette, ma l’ente pubblico si è trovato a corrispondere a queste società capitali ingenti (molto di piu’ che se avesse gestito l’acqua direttamente) per comprare “know-how” dalla multinazionale francese, che da parte sua ha progressivamente diminuito gli investimenti nel servizio stesso. Risultato: inefficienza e acquedotti sgocciolanti ancora e piu’ di prima, ma in compenso una bella stangata per i cittadini che nelle bollette pagano tutta questa manovra.

Quindi è inutile che Ronchi ci parli delle sue “Belle esperienze”: queste sono tutte a carico delle società che hanno acquisito il servizio, i guadagni sono loro, mentre le perdite sono come al solito accollate al pubblico. Una sorta di “modello alitalia” generalizzato all’uopo di far guadagnare certe “cricche” di questo paese.

Speriamo, con il referendum, di vincere almeno questa battaglia contro questi servi disonesti e mariuoli di un capitale sporco. Discorsi truffaldini e farlocchi, come quello di Ronchi, è venuto il momento che in Italia si impari a non digerirli piu’. Si tratta di opporvi, con tenacia, unità e determinazione, una volontà popolare che si esprima direttamente, senza deleghe, contro le ingiustizie che stan facendo da filigrana alla vita nostra e dei nostri figli.


Posted by Cloro in Italia, Politica on 06 17th, 2010


L'onorevole....

Le mozzarelle...blu


Realizzate da uno stabilimento tedesco, su commissione di una ditta italiana, ( di cui non se ne conosce ancora il nome) circa 70.000 mozzarelle sono state sequestrate dai carabinieri del Nas di Torino.
Erano pronte, presso una importante piattaforma della grande distribuzione italiana, per essere vendute .
Perchè i Nas le hanno sequestrate?
Le mozzarelle, una volta aperta la confezione,diventavano...blu.
1) "Al momento i militari dell'Arma non conoscono i motivi della strana pigmentazione che l'alimento assume a contatto con l'aria"
"I carabinieri hanno comunque scongiurato pericoli alla salute pubblica"
Caspita, sta a vedere che sti bovini germanici, nobili sono!

Maurizio Pirrotti

1) fonte: Repubblica.it
leggi anche: latte adulterato in Italia

Il record assoluto delle balle

Ieri sera al TG2 delle 20.30 ho sentito l'intervista rilasciata dal nostro Ministro dell'Economia Tremonti (TG2 del 17/06/2010, ore 20.30, )
So da tempo che la propaganda ha le sue regole, ma non credevo che in meno di un minuto si potesse giungere a tanto. In un minuto infatti è stato battuto il record delle falsità.
Vediamole una per una.
Il Ministro Tremonti esordisce così:

"Ho parlato con il presidente Berlusconi che è a Bruxelles. E' chiuso il vertice europeo. Ha ottenuto uno straordinario successo per il nostro paese ma non solo. La politica europea considera il debito pubblico, ma anche la sua dinamica e, soprattutto, la sua complessiva stabilità".

Stabilità? Ma di che sta parlando? Il nostro debito pubblico è in costante aumento, altro che stabile!
Ad aprile ha raggiunto i 1.812,7 miliardi. Livello mai raggiunto!
A marzo di quest'anno era di 1.797,7 miliardi di euro.
Lo ripeto: Il nostro debito pubblico è in costante e veloce aumento! Di quale stabilità stia parlando non si sa.
Il Ministro prosegue:

"Questo è un grande riconoscimento al Presidente Berlusconi, al Governo italiano e sopratutto mette l'Italia nella giusta posizione in Europa".

Grande riconoscimento? Giusta posizione? Ma se abbiamo uno dei debiti pubblici più alti al mondo! A seconda delle stime siamo tra il 5° (OCSE) e il 7° posto (FMI) tra i paesi più indebitati. Peggio di noi troviamo solo paesi come lo Zimbawe, Libano, Sudan o Giappone che, però, avendo ancora la sovranità monetaria possono correre ai ripari svalutando, noi no.
La nostra giusta posizione? Tra i paesi più indebitati del mondo, ecco la nostra GIUSTA posizione.
Ma ancora non basta, perché il Ministro, poi, afferma:

"Abbiamo ereditato un grande debito"

Da chi? La domanda è lecita visto che dal 2001 ad oggi hanno governato praticamente sempre loro, tranne una parentesi di due anni del governo Prodi (2006-2008). Sarebbe stato più corretto dire: "Abbiamo fatto un grande debito".
Ma il meglio deve ancora arrivare. Eccolo:

ma guardando avanti la dinamica è più lenta che in altri paesi, e poi abbiamo una grande ricchezza delle famiglie, abbiamo poco debito nelle imprese, abbiamo un sistema pensionistico molto stabile”.

Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere. Vediamo quale ricchezza delle famiglie, quale debito delle imprese, e quale sistema pensionistico. Andiamo con ordine:
- Ricchezza delle famiglie: Secondo gli ultimi dati della Banca d'Italia la crescita inerente l'indebitamento delle famiglie è in costante aumento e, soprattutto l'indebitamento continuerà a crescere. Vero che l'indebitamento delle famiglie italiane in rapporto al reddito disponibile è più basso di altri paesi europei, ma è anche vero che sta crescendo sempre più velocemente, il che vuol dire che i risparmi sono finiti e per accorgersene basterebbe uscire dal quel mondo di privilegi cui i nostri politici si sono arroccati. La realtà è sotto gli occhi di tutti, basta guardare;

- debito imprese: Le imprese italiane navigano in un mare di debiti. Tra prestiti fidi e crediti commerciali, negli ultimi dieci anni hanno accumulato un conto con le banche pari a 933 miliardi. Che per ogni impresa fa, in media, 176 mila 596 euro. Più che una marcia quella delle imprese è stata una corsa all' indebitamento, cresciuto negli ultimi 10 anni del 93,6% contro un' inflazione in salita del 23 (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/16/imprese-debiti-raddoppiati-in-10-anni.html);

- Sistema pensionistico stabile. "Le Casse di previdenza private sono destinate al crack. Entro il 2030 gli enti consumeranno i patrimoni per pagare le prestazioni, a meno di drastiche riforme". A lanciare l'allarme sui destini delle gestioni di previdenza dei professionisti è il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, sulla scorta dell'analisi del Nucleo di valutazione sulla spesa previdenziale, che sarà presentata ufficialmente all'inizio di settembre" (sole 24 ore). Questo nel 2003. Da allora le cose sono peggiorate tanto che nell'ultimo decreto legge, le casse di previdenza vengono sostanzialmente commissariate. Infatti, secondo il decreto legge 78/2010, art. 8, comma 15: «Le operazioni di acquisto e vendita di immobili da parte degli enti pubblici e privati che gestiscono forme di previdenza obbligatorie di assistenza e previdenza, nonché le operazioni di utilizzo, da parte degli stessi enti, delle somme rinvenienti dall'alienazione degli immobili o delle quote di fondi immobiliari, sono subordinate alla verifica del rispetto dei saldi di finanza pubblica». Detto in altri termini significa che l'acquisto di immobili o l'utilizzo dei fondi derivanti dalla loro vendita, anche da parte degli enti privati, è subordinato a una specie di nullaosta del ministero del Lavoro, di concerto con l'Economia. Non è stata usata la parola commissariamento me nei fatti di questo si tratta. Le nostre casse previdenza sono così floride che negli ultimi tempi sono stati presi i seguenti provvedimenti:

a) sono stati tagliati e/o bloccati gli stipendi;
b) è stata aumentata l'età pensionabile;
c) le c.d. Buone uscite saranno pagate a rate se sopra i 90.000 euro;

d) le casse di previdenza sono state commissariate.

Un perfetto esempio di salute ferrea.

Alla fine il nostro Ministro dell'economia conclude:

nell'insieme abbiamo un sistema molto sostenibile, se fosse stato diverso saremmo stati penalizzati, in questo modo, ripeto, il vertice è stato chiuso molto bene, con un ruolo molto importante del Presidente Berlusconi. Siamo in pista e abbiamo il biglietto che ci compete”.

Si, è vero, abbiamo proprio il biglietto che ci compete, al lettore stabilire fatto con quale "carta".

Solange Manfredi


fonte http://paolofranceschetti.blogspot.com/

mercoledì 16 giugno 2010

Il Risorgimento...nascosto

Dall blog http://tuttouno.blogspot.com/

IL RISORGIMENTO NASCOSTO
postato da Gianluca Freda (02/05/2010)


Dal libro “Terroni” di Pino Aprile (Edizioni Piemme, 2010)
Io non sapevo che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni.
E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni “anti-terrorismo”, come i marines in Iraq.
Non sapevo che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell’invasione, da Sud, per redimere l’Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa).
Ignoravo che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.
E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile. Non sapevo che in Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila».
Un altro preferì tacere «rivelazioni di cui l’Europa potrebbe inorridire».
E Garibaldi parlò di «cose da cloaca». Né che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza processo e senza condanna, come è accaduto con gl’islamici a Guantánamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l’apartheid.
Io credevo che i briganti fossero proprio briganti, non anche ex soldati borbonici e patrioti alla guerriglia per difendere il proprio paese invaso.
Non sapevo che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni in massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia.
Non volevo credere che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce), come nell’Unione Sovietica di Stalin.
Ignoravo che il ministero degli Esteri dell’Italia unita cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo e altri sperduti lidi, per deportarvi i meridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti.
Né sapevo che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati.
E mai avrei immaginato che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera.
Non sapevo che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud, fatta senza nemmeno dichiararla.
Ignoravo che l’occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia, e parzialmente finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988).
Né sapevo che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momento dell’aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo (terzo, dopo Inghilterra e Francia, prima di essere invaso).
E non c’era la “burocrazia borbonica”, intesa quale caotica e inefficiente: lo specialista inviato da Cavour nelle Due Sicilie, per rimettervi ordine, riferì di un «mirabile organismo finanziario» e propose di copiarla, in una relazione che è «una lode sincera e continua». Mentre «il modello che presiede alla nostra amministrazione», dal 1861, «è quello franco-napoleonico, la cui versione sabauda è stata modulata dall’unità in avanti in adesione a una miriade di pressioni localistiche e corporative» (Marco Meriggi, Breve storia dell’Italia settentrionale).
Ignoravo che lo stato unitario tassò ferocemente i milioni di disperati meridionali che emigravano in America, per assistere economicamente gli armatori delle navi che li trasportavano e i settentrionali che andavano a “far la stagione”, per qualche mese in Svizzera.
Non potevo immaginare che l’Italia unita facesse pagare più tasse a chi stentava e moriva di malaria nelle caverne dei Sassi di Matera, rispetto ai proprietari delle ville sul lago di Como.
Avevo già esperienza delle ferrovie peggiori al Sud che al Nord, ma non che, alle soglie del 2000, col resto d’Italia percorso da treni ad alta velocità, il Mezzogiorno avesse quasi mille chilometri di ferrovia in meno che prima della Seconda guerra mondiale (7.958 contro 8.871), quasi sempre ancora a binario unico e con gran parte della rete non elettrificata.
Come potevo immaginare che stessimo così male, nell’inferno dei Borbone, che per obbligarci a entrare nel paradiso portatoci dai piemontesi ci vollero orribili rappresaglie, stragi, una dozzina di anni di combattimenti, leggi speciali, stati d’assedio, lager? E che, quando riuscirono a farci smettere di preferire la morte al loro paradiso, scegliemmo piuttosto di emigrare a milioni (e non era mai successo)? Ignoravo che avrei dovuto studiare il francese, per apprendere di essere italiano: «Le Royaume d’Italie est aujourd’hui un fait» annunciò Cavour al Senato. «Le Roi notre auguste Souverain prend pour lui-même et pour ses successeurs le titre de Roi d’Italie.»
Credevo al Giosue Carducci delle Letture del Risorgimento italiano: «Né mai unità di nazione fu fatta per aspirazione di più grandi e pure intelligenze, né con sacrifici di più nobili e sante anime, né con maggior libero consentimento di tutte le parti sane del popolo». Affermazione riportata in apertura del libro (Il Risorgimento italiano) distribuito gratuitamente dai Centri di Lettura e Informazione a cura del ministero della Pubblica Istruzione Direzione Generale per l’Educazione Popolare, dal 1964. Il curatore, Alberto M. Ghisalberti, avverte che, «a un secolo di distanza (…), la revisione critica operata dagli storici possa suggerire interpretazioni diversamente meditate (…) della più complessa realtà del “libero consentimento” al quale si riferisce il poeta». Chi sa, capisce; chi non sa, continua a non capire.
Scoprirò poi che Carducci, privatamente, scriveva: «A Lei pare una bella cosa questa Italia?»; tanto che, per lui, evitare di parlarne «può anche essere opera di carità». (Storia d’Italia, Einaudi).
Io avevo sempre creduto ai libri di storia, alla leggenda di Garibaldi.
Non sapevo nemmeno di essere meridionale, nel senso che non avevo mai attribuito alcun valore, positivo o negativo, al fatto di essere nato più a Sud o più a Nord di un altro. Mi ritenevo solo fortunato a essere nato italiano. E fra gl’italiani più fortunati, perché vivevo sul mare.
A mano a mano che scoprivo queste cose, ne parlavo. Io stupito; gli ascoltatori increduli. Poi, io furioso; gli ascoltatori seccati: esagerazioni, invenzioni e, se vere, cose vecchie. E mi accorsi che diventavo meridionale, perché, stupidamente, maturavo orgoglio per la geografia di cui, altrettanto stupidamente, Bossi e complici volevano che mi vergognassi.
Loro che usano “italiano” come un insulto e abitano la parte della penisola che fu denominata “Italia”, quando Roma riorganizzò l’impero (quella meridionale venne chiamata “Apulia”, dal nome della mia regione. Ma la prima “Italia” della storia fu un pezzo di Calabria sul Tirreno).
Si è scritto tanto sul Sud, ma non sembra sia servito a molto, perché «ogni battaglia contro pregiudizi universalmente condivisi è una battaglia persa» dice Nicholas Humphrey (Una storia della mente). «Perché non riprendi una delle tante pubblicazioni meridionaliste di venti, trent’anni fa, e la ristampi tale e quale? Chi si accorgerebbe che del tempo è passato, inutilmente?» suggeriva ottant’anni fa a Piero Gobetti, Tommaso Fiore che poi, per fortuna, scrisse Un popolo di formiche. E oggi, un economista indomito, Gianfranco Viesti (Abolire il Mezzogiorno), allarga le braccia: «Parlare di Mezzogiorno significa parlare del già detto, e del già fallito».
Perché tale stato di cose è utile alla parte più forte del paese, anche se si presenta con due nomi diversi: “Questione meridionale”, ovvero dell’aspirazione del Sud a uscire dalla subalternità impostagli; e “Questione settentrionale”, di recente conio, ovvero della volontà del Nord di mantenere la subalternità del Sud e il redditizio vantaggio di potere conquistato con le armi e una legislazione squilibrata.
Dopo centocinquant’anni, questo sistema rischia di spezzare il paese. Si sa; e si finge di non saperlo, perché troppi sono gl’interessi che se ne nutrono.
Così, accade che la verità venga scritta, ma non sia letta; e se letta, non creduta; e se creduta, non presa in considerazione; e se presa in considerazione, non tanto da cambiare i comportamenti, da indurre ad agire “di conseguenza”.

Oliveri:chi ha "toppato", si scusi


Gesù disse ai suoi discepoli: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro
"

(dal Vangelo di Luca 6,27-38)

Nei giorni scorsi, il mio nome e quello del blog Oliveri Libera, sono stati chiamati in causa per degli "anonimi" commenti, di cui e' documentalmente acclarato ne io, nè questo blog, c'entriamo alcunchè.
Ora, io sono credente ma, ritengo che porgere l'altra guancia non implichi l'obbligo di porgere anche le terga.
Mi aspetto, pertanto, che chi ha "toppato", si scusi.

Maurizio Pirrotti

lunedì 14 giugno 2010

Oliveri: gara di ballo


Ad Oliveri accadono, anche, cose simpatiche e divertenti, delle quali, e' un vero piacere darne notizia.
A volte, però, capita che, probabilmente per un eccesso di pudore, i protagonisti preferiscano evitare le... "luci della ribalta".
Io, rispettoso come sono, apprezzo molto le persone schive e riservate.
Tant'è che non vi dico nulla della coppia di coniugi di Oliveri che, nei giorni scorsi, ha vinto una coppa in una gara di ballo.

Certo, se mi facessero avere una foto che li immortala sul podio, con l'ambito trofeo...la pubblicherei... ma, pazienza!

Maurizio Pirrotti

FINE DEL MIRACOLO LIBERISTA ITALIANO. E DI UN 'EPOCA


DI CARLO BERTANI
carlobertani.blogspot.com

Se la Storia volesse trovare una data, un bigliettino da affiggere nell’immaginaria bacheca dell’inarrestabile declino italiano, credo che potrebbe proprio scegliere le date di questi giorni, ovvero la Finanziaria per il 2011.
Con, in aggiunta, uno dei tanti rapporti che, regolarmente, giungono alla stampa: si tratta di quello del CENSIS redatto proprio in questi giorni, a margine del convegno che si è tenuto a Roma nei primi giorni di Giugno di quest’anno, intitolato “Come staremo al mondo?”
Ci staremo piuttosto male – a seguire le analisi del CENSIS – e questo spiegherebbe la frenesia tremontiana di voler far “quadrare i conti” più in fretta possibile. Se l’uomo che è seduto al Ministero dell’Economia fosse meno ossessionato dai “conti”, e si prendesse una pausa per capire il nostro futuro, ci guadagneremmo tutti. Almeno, scivoleremmo nella merda a bocca chiusa.
Le risultanze del convegno – le quali, non so perché, sono state poco riprese sul Web – forniscono uno “sguardo” sul futuro italiano fino al 2030. Collegamento in nota[1] .
E’ opportuno ricordare che queste tavole rotonde non sono il Vangelo e lo stesso presidente del CENSIS – Giuseppe Roma – si è affrettato ad aggiungere che “fare previsioni è un azzardo”. Per questa ragione, al CENSIS sono partiti dalla demografia, per tracciare – de minimis – qualche affresco sul futuro italiano.
Eseguendo un breve abstract, il convegno ha identificato con precisione l’invecchiamento della popolazione, la sua distribuzione geografica (emigrazione costante dal Sud verso il Nord, forse un po’ azzardato su un lasso di tempo di 20 anni, ma accettiamolo) e, soprattutto, gli indicatori economici per i prossimi anni.
Qui, c’è poco da dibattere: la demografia è questa, il debito pubblico pure, perciò non c’è tanta trippa per gatti sulla quale piroettare elucubrazioni.
La domanda posta era: cosa dovremmo fare per mantenere gli attuali livelli di reddito (e, aggiungo io, di protezione sociale)?
La risposta può apparire sconcertante ma, all’interno dell’economia di mercato, poteva essere una sola: mantenere i livelli d’occupazione (possibilmente migliorarli) e ridurre il debito pubblico. Obiettivo: far scendere il rapporto deficit/PIL sotto il 100%. Che bella pensata: e che ci vuole?
Ovvio che, per raggiungere l’obiettivo – sempre secondo il CENSIS, non gettiamo loro la croce addosso, sarebbe come sparare sul pianista – servono misure per incrementare il PIL (occupazione, sviluppo, ecc) ed altre per ridurre il debito (risparmi, sprechi, evasione fiscale, ecc). Ciò che spaventa sono i numeri: dei quali, il CENSIS non ha nessuna responsabilità, sono altri ad averle.
In pratica – affermano – per mantenere gli attuali livelli di reddito (che per i più non sono certo esaltanti), dovremmo semplicemente, dunque, non so come dirvelo…beh, facciamola finita: creare ogni anno 480.000 nuovi posti di lavoro e, contemporaneamente, “risparmiare” (cioè in Finanziaria) ogni anno 12 miliardi. Se fosse possibile mantenere questo “ritmo” almeno fino al 2020, l’Italia potrebbe uscire dalle paludi: vorremmo sapere quale Italia uscirebbe dalle “paludi”, perché quell’Italia – che dovrebbe fare simili “risparmi” – alla fine assomiglierebbe molto ad un’armata di zombie.
Ciò che sconcerta, è come questi dati siano perfettamente logici nel computo del “mercato”, mentre appaiono terribilmente irrazionali se confrontati con la realtà: disoccupazione ufficiale al 8,9%, più quelli che un lavoro manco più lo cercano e “s’arrangiano”, vuol dire che ci sono almeno 2,2 milioni gli italiani in cerca di lavoro. Confindustria, invece, comunica che a Maggio la produzione industriale ha avuto un balzo del 2,4%. Vedi nota[2].
Ciò, conferma che parametri come il PIL e l’occupazione sono oramai desueti per identificare l’andamento economico, giacché l’impresa aumenta la sua produttività (e dunque i profitti) soltanto se automatizza i processi, ossia sbatte fuori un po’ di gente e la sostituisce con macchine che fanno meglio e più in fretta la produzione. Ovviamente, nella produzione di beni di largo consumo.
In questo bel panorama, dove le imprese automatizzano oppure delocalizzano – ossia vanno nei Paesi dove le braccia umane costano ancor meno di una macchina – ci tocca pure ascoltare l’ignobile ultimatum di Marchionne ai lavoratori di Pomigliano: “o così o ce ne andiamo all’estero”[3]. Prendi questo tozzo di pane e saziati, schiavo!
Dimentica – monsieur Marchionne…ma non fa rima con qualcuno? Ah sì, Cambronne… – che, se avessimo utilizzato la montagna di soldi che lo Stato ha consegnato alla FIAT per decenni, di FIAT pubbliche ce ne sarebbero almeno dieci, e magari andrebbero a gonfie vele come la maggior azienda industriale italiana, Italcantieri, che – guarda a caso – è statale!
Quando s’incassano fior di quattrini per decenni a “scopo sociale” – caro il mio Marchionnino – e poi si fanno orecchie da mercante, significa comportarsi come i ladri di Pisa, quelli che fingono zuffe di giorno e si spartiscono il bottino la notte.
Dunque, in questa terra baciata dalla fortuna che è il Belpaese, dovremmo “creare” 480.000 – quattrocentottantamila! – nuovi posti di lavoro l’anno per almeno dieci anni! Ma che bella soluzione! Dove li creiamo? Inventiamo il lucidatore d’antenne, la ricamatrice di cartoni, l’aggiusta-mollette per la biancheria, la psicologa per canarini?
Questo numero non è casuale: corrisponde a grandi linee alla consistenza di un’intera generazione! Vorrebbe dire che, per 10 anni almeno, ogni giovane in età da lavoro dovrebbe uscire da scuola e…voilà, a lavorare il giorno dopo. Ci sono altre favole da raccontare?
A meno che, quel “lavoro” non sia creato “re-distribuendo” quello già esistente: eh sì, sarebbe proprio l’ora di smagrire un po’ gli stipendi di quei Paperoni che lavorano a progetto o con contratti a termine. Invece di 500 euro il mese, due posti di lavoro – a parità d’orario – da 250: che ne dite? E’ una buona soluzione? Poi, i risparmi: era ora, non se ne può proprio più di questo popolo di spreconi (che saremmo noi, non loro).
La Finanziaria per il 2011 prevede pressappoco 24 miliardi di “risparmi”, e già sta ammazzando il Paese con il solo profumo: questa manovra è sbagliata sotto il profilo qualitativo e quantitativo.
Il solo pensiero di stramazzare la cultura (che ha notevoli risvolti sul turismo) – ma dove si riesce a trovare una coppia come la Brambilla e Bondi, per occupare quei ministeri? E’ difficile far meglio! – ha fatto dire a Monicelli, il quale non è proprio l’ultimo arrivato, che l’unica identificazione italiana che regge all’analisi è proprio l’appartenenza culturale: letteratura, arti grafiche, scultura, musica, teatro, cinema.
Siamo famosi per questo almeno dalla Firenze rinascimentale in poi: vogliamo proprio azzerare tutto? Poi, cosa faremo? Andremo tutti a canticchiare l’aria del Nabucco sventolando all’aria gli accendini con un paio di corna verdi sulla testa?
Sotto l’aspetto quantitativo, poi, viene da sorridere a pensare a future Finanziarie che dovranno “risparmiare” 12 miliardi l’anno: con quella di quest’anno, tanto per ricordarlo, i dipendenti pubblici hanno perso quello che un tempo si chiamava “contratto di lavoro”. Il contratto aveva previsto tot? Non ce ne frega niente: lo azzeriamo!
Una recente riforma delle pensioni prevedeva certi parametri per andarci? Noi congeliamo tutto! E i 480.000 nuovi posti, chi li crea se almeno nel pubblico nessuna va più in pensione? Nel privato?!? Se i dipendenti privati riusciranno, negli anni a venire, a mantenere almeno gli attuali livelli d’occupazione – cosa che, già oggi, si rivela inattuabile – sarebbe già grasso che cola.
Il risultato della contrazione del reddito che avranno 4 milioni di dipendenti pubblici, più i contratti da fame dei privati – e questo lo diciamo ai “guru” dell’economia – si trasformerà, inevitabilmente, nella rovina per decine di migliaia d’esercizi commerciali.
Nel nostro piccolo, sapendo che fino al 2014 lo stipendio non si muoverà “di un euro” – parola di Tremonti l’anti-globalizzatore, il salvatore dei deboli, il “Robin Hood” de no antri – abbiamo già attuato le contromisure: pizzeria? Verboten. Vacanze? Visite a parenti ed amici. Ristorante? Si mangia benissimo a casa. Vestiti? Scambi e rotazioni con parenti ed amici. Auto? Un po’ d’antiruggine alla vecchia Panda del 1993 e passerà almeno un paio di collaudi. Quando finirà? Un’altra Panda da quattro soldi. Verdure? Orto: costa meno della palestra e ti fa risparmiare.
Insomma, una specie di “decrescita” confezionata su misura per la situazione contingente: sopravvivremo benissimo. Chi non ce la farà? Il pizzaiolo, il barista, l’autosalone, il negozio d’abbigliamento, il verduriere… In definitiva, quel “taglio” del 5-10% del salario su paghe non certo da Paperoni, andrà a scatenare una contrazione dei consumi che, già oggi, indica un crollo dell’1,6% dei consumi[4].
Quei pochi consumi che ancora reggevano erano quelli incentivati dallo Stato: uno Stato che deve scovare 12 miliardi l’anno, non avrà certo i soldi per incentivare qualcosa. Difatti, nell’attuale Finanziaria, è sparito l’incentivo del 55% per il risparmio energetico: qualcuno ha affermato che lo rimetteranno ma nel tempo – 12 miliardi l’anno, sai che “botte” – anche quello dovrà sparire.
Insomma, potremmo continuare per righe e righe: a fronte della “suzione” richiesta dalla finanza internazionale, si risponde prosciugando il tenore di vita della popolazione, la protezione sociale (cosa farà un invalido che raggiunge “solo” il 75% d’invalidità?), la cultura (che richiama turismo: difatti, ogni anno che passa, altri Paesi ci sorpassano per presenze turistiche) e “congelando” la popolazione al lavoro.
In cosa si spera? Nella moltiplicazione dei prestiti e delle entrate? Come i pani ed i pesci?
No, la soluzione l’ha prospettata Berlusconi stesso: una riforma costituzionale – la stanno pensando, l’ha comunicato ai “Promotori della Libertà” – per poter varare una nuova impresa in un solo giorno, senza nessun controllo.
Dunque, fateci capire…in un panorama di crollo dei consumi…bisogna impiantare nuove imprese? Ma se quelle che ci sono stanno già con la merda al labbro inferiore? E poi, che bello! Proprio in Italia – con un terzo del territorio governato dalle mafie – diamo la possibilità di creare nuove imprese e i controlli…beh, qualche mese dopo, anno…no…quando?
Già immaginiamo che tutti i nuovi “imprenditori” nel campo dello smaltimento dei rifiuti speciali, dell’agricoltura dei veleni, del commercio “senza regole” stiano fregandosi le mani.
Vorrei ricordare – un solo esempio – quel che avvenne in Spagna nel 1980 (ero là) con l’olio d’oliva: una “svista” nei controlli fece 160 morti in poche settimane. Va beh, direte voi, in Italia li farebbero passare come una nuova malattia da allergia: già me lo vedo, il Vespone, strambagliare fra grafici che testimoniano l’impennarsi di quelle malattie, più casi nel Togo, qualcuno in Costa d’Avorio, uno in Portogallo…è tutto sotto controllo, tranquilli.
L’aspetto ridicolo sta tutto nell’esagerazione delle malattie inventate – vedi la “maiala” – mentre in quelle vere scatta la negazione, vedi i militari italiani morti per l’Uranio impoverito. Penosi.
La realtà – pensiamo a quei 12 miliardi l’anno per 10 anni, 120 miliardi di euro che dovranno prenderci per via diretta (dipendenti) ed indiretta (fallimenti d’imprese e piccoli imprenditori) – è che questa gente non sa più dove sbattere la testa, perché non ha capito niente di quel che sta succedendo.
Se, da un lato, 500 anni di dominio coloniale stanno terminando – fra un po’ i Paesi del BRIC ci pisceranno in testa, e noi dovremo pure ringraziare per l’acqua offerta con tanta gentilezza – dall’altro non si capisce che il liberismo è la peggior ricetta per Paesi che vanno incontro ad una naturale decrescita. Perché?

Poiché non abbiamo bisogno di nuove reti ferroviarie, stradali, ecc – quelle che muovono soldi, lavoro, investimenti, tangenti – perché le abbiamo già: il Quinto Centro Siderurgico (Gioia Tauro) non sorse perché ce n’erano già almeno tre di troppo. Al più, servono modesti aggiustamenti.
Non servono nuove pizzerie, telerie, autosaloni, compagnie telefoniche…“già teniamo tutto” in abbondanza.
Serve, invece, lavorare “cum grano salis” in pochi campi: energia, agricoltura, turismo.
Per farlo, però, serve una struttura dello Stato più “leggera”, senza il gran tourbillon dei livelli di controllo (e di spesa): via Regioni, Province e Comuni.
Un solo livello decisionale locale – corrispondente all’odierno comprensorio, 10-20 Comuni – perché è il territorio a misura d’uomo, dove la gente si conosce, ha parenti, amici. Da lì può nascere una nuova stagione politica: dalla semplicità. Unita ad uno Stato autorevole, del quale non si mette in dubbio l’unità. La re-distribuzione del reddito IRPEF pro capite, affidata dallo Stato ad ogni comprensorio, come la Sanità: niente più figli e figliastri, regioni ricche perché assistite – scandaloso il livello di spesa clientelare della Regione Sicilia – ed altre che si vantano d’essere il meglio – vedi Alto Adige – soltanto perché prendono il doppio del Veneto o del Piemonte.
Decine di miliardi l’anno risparmiati cancellando questo improduttivo, parassitario ed inconcludente ceto politico. Pensate: stanno meditando di spillarci 12 miliardi l’anno per 10 anni! E i folli saremmo noi?
Conforta il fatto che il livello di “suzione” previsto non è più tollerabile dal popolo italiano: pur considerando di dar fondo ai risparmi delle precedenti generazioni, d’azzerare la pensione come un ricordo, la scuola come un inutile orpello, la sanità come un inutile gingillo…non potranno mai farcela.
Il botto s’avvicina: estote parati.


Carlo Bertani
Fonte: http://carlobertani.blogspot.com
Link: http://carlobertani.blogspot.com/2010/06/fine-del-miracolo-liberista-italiano-e.html> 13.06.2010

[1] Vedi: http://www.repubblica.it/economia/2010/06/03/news/censis_previsioni_al_2030-4536538/ per i partecipanti, vedi http://www.censis.it/5
?resource_23=107308&relational_resource_24=107308&relational_resource_396=107308&relational_resource_26=107308&relational_resource_78=107308&relational_resource_296=107308&relational_resource_342=107308&relational_resource_343=107308&relational_resource_405=107308
[2] Vedi: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/06/01/visualizza_new.html_1817957643.html
[3] Vedi: http://www.repubblica.it/motori/attualita/2010/06/06/news/marchionne_su_pomigliano_serve_un_accordo-4620137/
[4] Fonte: http://www.repubblica.it/economia/2010/06/07/news/consumi_confcommercio-4632186/

domenica 13 giugno 2010

Un cesso di blog


Il cesso e' quell' apparecchio sanitario, "costituito da un vaso, destinato allo smaltimento degli escreti di funzioni fisiologiche come la minzione e la defecazione".1)
Utilizzando questo strumento,l'essere umano si libera di tutte le "porcherie" che ha in corpo.
Non molto tempo fa, ad Oliveri, un blog che ha poi sospeso le pubblicazioni, svolgeva le stesse funzioni sopradescritte: distribuendo insulti e offese, a destra e a manca, rigorosamente protetto dall'anonimato. Sembrava esistesse al solo scopo di consentire, agli autori, di liberarsi di tutte le "porcherie" che avevano in corpo.
Insomma, un cesso di blog.
Oggi, fortunatamente, chiuso.

Orfani della sua chiusura, alcuni degli estimatori, protetti dal consueto anonimato, cercano, da mesi,ospitalità altrove.
Ospitalità che su Oliveri Libera non trovano.
Da sempre, su questo blog, non e' possibile scrivere commenti "anonimi".
Infatti, per poter scrivere commenti su Oliveri Libera, occorre, prima, registrarsi.
In più, come previsto, dall'art. 57 c.p, e' attivata la moderazione dei commenti ed ogni "intervento", viene vagliato dall'autore del blog prima di essere pubblicato. (Leggi nota)
.
Costoro scrivono altrove.
Con la consueta "finezza".
Su di me.
Io, in ossequio al sacrosanto diritto di replica. .. replico.
Con altrettanta "finezza".


1) ..." non si faranno cantieri , ne allargamenti di curva e nemmeno nuova piantuazione di laberi caro Maurizio Pirrotti "
Perchè lo dicono a me? Risulta loro che sono d'accordo sul taglio degli alberi?
Forse e' il caso di rinfrescargli la memoria (leggi quì)

2) "picchi tu sini un bravu tirapedi du sinnicu chi accetta i to suggerimenti piccio tu ci po mettiri a bona parola pi risolviri stu problema. anzi di chi ti trovi dumannici puru si o comuni si trova u ricursu du sig. XXX e si eni veru chi ci fu fatta a sanatoria e si fu annullata."

a) Tirapiedi sarà tua sorella!
I miei suggerimenti, rivolti a chi ci amministra, sono "pubblici",infatti, scritti sul blog . Chiunque può valutarli.
Se vengono accettati vuol dire che sono...buoni suggerimenti.

b)Cosa me ne frega del ricorso del sig. tal dei tali!
E' stato fatto nel 1995: perche',questi valorosi anonimi, non ne hanno chiesto conto ai loro amici che, in tutti questi anni, si sono avvicendati nell'Amministrazione di Oliveri?
Idem per la sanatoria:se e' stata annullata o meno,lo chiedessero ai loro amici!

O devo rispondere io che non ho mai amministrato?

3)" dumannicci puru quanu apri u campeggiu, si amu a fari nautra festa pagata du cumuni e cu avi a tagliari u nastru.ricordici mi non si scorda di invitari a televisioni e a stampa. tu pripariti un bellu articulu".
Ma perche', agli interessati, non gliele fai tu ,queste domande?
Anonimo dei miei stivali!

L'articolo, sull'inaugurazione, se e' il caso, lo farlò. Ti dispiace? Chissenefrega!

4) "mentri semu nta stu discussu dinni puru picchì non hai mai parratu da munnizza du campeggiu mentri parri sempri da munnizza chi ti mentunu vicinu a to casa.
comu si tu fussi cosa di munnizza
".
Ho parlato e scritto dell'immondizia che ha ammorbato l'intero paese( leggi quì) difendendo tutti i cittadini di Oliveri e i loro amministratori,vessati da ingiustizie e "soperchierie".
Voi, anonimi baluardi della nullità, in proposito,cosa avete fatto?
Ah, dimenticavo, a voi interessa solo a "munnizza du campeggiu".....
Come mai?
Cos'è che non vi "cala"?

Maurizio Pirrotti


P.s
Antonio Amodeo, nel suo blog, ha scritto quella che reputo una GRANDE verità:"I blog, se correttamente gestiti, CONTRIBUISCONO A DIFFONDERE LA VERITA' ED A FAR CRESCERE LA DEMOCRAZIA. Specie dove manca. SERVONO SOPRATTUTTO A DIMOSTRARE CHE OLIVERI E' VERAMENTE LIBERA.
Ma ancora da liberare dall'IPOCRISIA DEGLI OPERATORI LOCALI A TUTTI I LIVELLI"


Soprattutto (aggiungo io) ancora da liberare dall'iporcrisia di chi scrive le proprie opinioni, NON assumendosene la responsabilità,
con l'apposizione della propria firma.
Che siano condivisibili o meno le cose che scriviamo, noi, ci mettiamo sotto, il nostro nome e cognome!
Anonimi, se avete il coraggio e le "palle", imitateci!

Nota
Il Tribunale di Aosta ( pronuncia n. 553 del 26 maggio 2006) consultabile a questo indirizzo, ha equiparato la posizione del gestore del blog a quella di un direttore responsabile di una testata giornalistica.
" il titolare di un blog, analogamente al direttore di un giornale, ha il pieno e totale controllo di quanto viene postato, con il conseguente dovere di eliminare i messaggi offensivi. In linea con quanto previsto dall'art. 57 c.p., infatti, il direttore o vice-direttore responsabile che omettesse di esercitare il controllo necessario ad impedire la commissione di reati a mezzo stampa, verrebbe punito a titolo di colpa, se un reato è commesso, con la pena stabilita per tale reato diminuita in misura non eccedente un terzo.Pertanto, posto che i presupposti sono i medesimi, un siffatto regime di responsabilità trova applicazione anche nei confronti dei gestori e proprietari di questi siti autogestiti, su cui altri soggetti possono inserire in tempo reale le notizie, informazioni e opinioni più disparate.
Nella sentenza , il titolare del blog ,contenente le frasi incriminate, è stato così ritenuto responsabile del delitto previsto dall'art. 596 bis c.p.

1)da wiki