lunedì 23 febbraio 2009

Oliveri come Atene antica


Stanno pulendo vicino al capannone del barcaiolo.Finalmente!Grazie!
Però sul lungomare ,vicino l'ufficio turistico,alle spalle del muretto,quei lampioni rotti posati là,così tanto per non sapere dove metterli,forse è meglio toglierli.
Ad Oliveri,prima,si facevano le sfilate di moda ora quelle della spazzatura.
Prima,Oliveri, era agognata meta turistica internazionale ora se ci va bene è frequentata d'estate da campeggiatori dell'hinterland.Ce li dobbiamo tenere cari,almeno spendono qualcosa nel nostro paese!
La crisi economica e' ovunque e si sente eccome anche quì.Noi,per aiutare i commercianti locali già in difficoltà, gli vogliamo fare un grande supermercato negli scantinati della Tonnara.Perche'?Non sono già abbastanza in difficoltà da soli?
Anche il nostro Comune risente della crisi.Senza soldi non si canta missa!
D'estate,negli anni scorsi,il Comune alla ricerca disperata di fondi,ha piazzato bancarelle ovunque che hanno trasformato il nostro paese in suk arabo dal campo sportivo fino a quasi Marinello. Ricordate? Confusione ovunque e marciapiedi occupati.
Eppure Oliveri un tempo non era così...Negli anni e' accaduto di tutto:espropri non pagati;non realizzate opere gia' finanziate solo perche' il progettista non aveva votato giusto;fatti scomparire e poi riapparire musei;pagati progetti per opere non realizzate come ad esempio l'anfiteatro;lasciate nel più completo degrado e abbandono opere costate miliardi come il Parco Olivara;pagate e realizzate trivellazioni e relative condotte per pozzi di acqua poi scopertasi non potabile;deviato torrenti per poterci costruire villette e poi occultato tutto con un muro.Occhio chi non vidi cori chi non doli ma poi il cuore duliu eccome quando c'e' stato l'alluvione con tutti i danni che ha procurato....etc.etc.
Politica significa cuore no sacchetta ma ad Oliveri,come nell'ultimo periodo di Atene antica, la politica ha significato anche qualcos'altro:divisione.
Cognati contro cognati,fratelli contro fratelli,amici contro amici.Gente che non si parla piu' per colpa della politica.Ma la politica è e deve essere unione.Su temi come la salute,la salvaguardia del territorio,il lavoro,il futuro del nostro paese, non ci possono essere divisioni! Certo,possiamo avere opinioni diverse su come affrontare i problemi ma dividerci su questi temi che riguardano noi tutti,No.No se non vogliamo farci del male da soli.No,se non vogliamo fare la fine dell'antica Atene...

La fine di Atene antica

Il glorioso passato era appena ieri l'altro,la maestosa grandezza finita da pochissimo ed era gia' scura, corrotta, insicura, precaria vecchia e senza futuro: là, là per morire.
1)"Consumata in una stagione di tradimenti, di fiducie irrazionali date dai cittadini a uomini immeritevoli, di fatali superficialita'e pressappochismo dilagante tra i suoi governanti .I suoi cittadini si dimostrarono presuntuosi e stupidi e i suoi avversari, gli Spartani, dei rozzi ignoranti.
Tutto va a rotoli, tutto si sfascia. Congiure, trame segrete, la città nelle mani di personaggi ambigui, che tentano più volte colpi di stato appoggiandosi alle eterie, le società segrete dell’epoca, potenti e tremende. Il clima di continuo sospetto che fa parlare sottovoce alle pubbliche assemblee, dove un tempo si gridava, perché nessuno è sicuro di quanto sia fedele allo Stato chi gli è seduto accanto. Votazioni che vengono fatte sotto minaccia di giovani armati di pugnali, emissari di cui non si sa mai bene chi sia il mandante, e quale la missione. Democratici che divengono fautori dei tiranni; fautori dei tiranni che si scoprono democratici; moderati incerti, infidi e buoni per tutte le stagioni, capipopolo liquidati da sicari senza che se ne capisca la ragione; tribuni improvvisati che cambiano partito ad ogni giro di boa della flotta, e la stessa flotta che sbanda, vince, perde, si costituisce come Stato indipendente a Samo mentre Atene è nelle mani di golpisti senza scrupoli, che poi golpisti magari non sono del tutto, e certo hanno contatti con quell’Alcibiade che pensavano fosse con loro nel golpe, ma cambia di nuovo bandiera, o forse no, chissà. E su tutto il convitato di pietra, il Re di Persia, il quale guarda e appoggia, di volta in volta, l’uno o l’altro, Atene, e poi Sparta, e poi Atene e poi di nuovo Sparta, con sul volto stampato il riso sardonico di chi, dopo essere stato fregato dai Greci più volte, ora gode nel vederli distruggersi da soli, colpo dopo colpo".

1) da http://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/