GavaVenezia.itIl quotidiano l'Avvenire ha paragonato la loro sorte alla Shoà: ma come ha osato? Prudenza ci vuole, come ben ha imparato l'allora direttore del quotidiano.Io che prudente non sono mai stato ,vi ripropongo quell'articolo ..... Dispersi in mare, L'Avvenire:
"Come ai tempi della Shoah"
ROMA, 21 AGOSTO -
"L'Occidente a occhi chiusi" non ha voluto vedere il barcone degli eritrei dispersi in mare, come durante il nazismo nessuno vedeva i convogli piombati pieni di ebrei. In un editoriale pubblicato sulla prima pagina di Avvenire, Marina Corradi sostiene che c'è "almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo dell'immigrazione consente a una comunicata internazionale di lasciare una barca carica di naufragi al suo destino. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d'asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano". Invece quel barcone vuoto dice del farsi avanti della "nuova legge del non vedere": "Come in un'abitudine, in un'assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei soto il nazismo - scrive Corradi - ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalistarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo. L'Occidente a occhi chiusi". Così è stata violata una legge antica - conclude - "che minaccia le nostre stesse radici. Le fondamenta. L'idea di cos'è un uomo, e di quanto infinitamente vale". Articolo ripreso da http://www.parmaok.it/italia_estero/shoah_avvenire_immigrazione_corradi.aspx 21/08/2009