mercoledì 27 ottobre 2010

Oliveri,la scuola e .... i pidocchi.


1)" Non è indice di cattiva igiene, come spesso si è soliti pensare...
Purtroppo, il più delle volte, i piccoli insetti, di colore grigio-biancastro, non danno alcun segno di sé, al massimo un po' di prurito e questo fatto ne facilita la diffusione sia per contatto diretto (da testa a testa), sia per contatto indiretto (con lo scambio di cappelli, pettini, salviette, sciarpe, cuscini, ecc.).
Questi piccoli insetti sono i pidocchi.
Si diffondono con facilità e possono colpire chiunque, adulti e bambini.
In Italia è un problema che tocca annualmente oltre 500.000 famiglie, soprattutto bambini durante il periodo scolastico!
2) "C'è molta riluttanza da parte delle famiglie a denunciare il problema che spesso viene vissuto con un senso di vergogna. In realtà il pidocchio colpisce trasversalmente tutte le classi sociali e non è collegato a condizioni igieniche (anzi la scienza afferma che il pidocchio predilige i capelli puliti!)" (Per saperne di più sull'argomento clicca qui).
Il problema dei pidocchi, da alcune settimane, si è presentato, anche, nella nostra comunità scolastica di Oliveri.
Dopo l'iniziale sconcerto, alcune mamme si sono prodigate in un trattamento scrupoloso della chioma dei propri figli, con uno dei tanti prodotti facilmente reperibili in commercio.
Purtroppo, qualunque trattamento, per quanto efficace, non evita le eventuali future ricadute
. Le ricadute, infatti, puntualmente, si sono verificate.
Più volte.
Che fare?
Nel link sono presenti alcuni utili suggerimenti che riguardano i bambini e i loro genitori
( qui) ma, va subito chiarito che non è necessario, effettuare disinfezioni o disinfestazioni negli ambienti scolastici poichè, qualunque cosa contaminata, se lasciata all'aria aperta per 48 ore, viene sterilizzata: il pidocchio non sopravvive lontano dal cuoio capelluto!
Allora, cosa si può fare per evitare ricadute?
In collaborazione con le famiglie, la scuola può fare molto!

La Circolare ministeriale n. 4 del 13 marzo 1998 afferma che:
  • nel caso di accertata pediculosi, se si esegue scrupolosamente la terapia, il bambino potrà tornare scuola il mattino dopo il primo trattamento con il certificato del medico curante;

  • in caso di sospetta pediculosi (per visione diretta delle uova o dei pidocchi o per frequente grattamento della testa) gli insegnanti daranno tempestiva comunicazione alla famiglia e l'alunno potrà rientrare a scuola con autocertificazione dei genitori che è stato effettuato il trattamento ed eventualmente sono state asportate le lendini oppure che il trattamento non è stato necessario per l'assenza di parassiti e/o di lendini;

  • nel caso si siano verificati casi sospetti nella classe, gli insegnanti, oltre alla procedura sopra descritta, inviteranno gli altri genitori ad una particolare attenzione al fenomeno;

  • in caso di frequenti recidive, legate soprattutto alla scarsa sensibilità al problema da parte di alcuni genitori, è necessario che, per poter frequentare la comunità, i casi accertati e quelli sospetti esibiscano certificazione medica di non contagiosità e, nel caso questo non avvenga, gli alunni dovranno essere allontanati fino alla presentazione della documentazione necessaria;

  • qualora si verifichino situazioni di particolare gravità, la certificazione di non contagiosità potrà essere richiesta da parte del Direttore Didattico per intere classi;

  • la struttura sanitaria del distretto potrà essere disponibile ad effettuare incontri di educazione sanitaria sia con le famiglie che con il personale scolastico".1)

Per evitare, agli incolpevoli bambini, "l'onta" e il disagio delle continue ricadute, e' utile che le famiglie e la scuola collaborino!

Maurizio Pirrotti


Ps.
I continui trattamenti, paradossalmente, possono "rinforzare" i parassiti che potrebbero diventare insensibili ai medicamenti! 1)
Non solo ma , a causa delle frequenti ricadute, l'uso continuo e indiscriminato dei prodotti anti-pediculosi , potrebbe comportare l'assorbimento di sostanze tossiche! 1)

2) Fonte: Sanihelp

Perle

«L'omosessualità è moralmente sbagliata. Come l'adulterio, il trattare male le persone, non pagare le tasse, non dare i soldi ai poveri»

Rocco Buttiglione