lunedì 26 ottobre 2009

Catania e il professore universitario ...mandrillo.

Ho gia' scritto, in altri post, di come il livello di amoralità, corruzione e degrado abbia oltrepassato ogni limite nella vita politica del nostro paese e di come siamo talmente rassegnati ed assuefatti che quasi non ci indignamo più e manco ci scandalizziamo per certe condotte indecorose (quì). Piu' di un lettore del blog sostiene che, in fondo, i politici altro non sono che lo specchio della societa'che rappresentano e di conseguenza e' la societa', cioe' tutti noi, ad essere preda del degrado e della corruzione. Il che non sempre e' vero:oggi sono venuto a sapere che un docente universitario catanese e' solito adescare in università giovani studentesse, promettendo di far passare con un bel trenta l’esame della sua materia, senza sostenerlo, in cambio di favori sessuali. Una studentessa, ha detto no. Condotta in un hotel, non solo si e' rifiutata ma fingendo di stare al gioco, lo ha pubblicamente smascherato! Come racconta l'ottimo Piero Ricca :"Uscendo dal motel, ad attenderli la tv (le Iene) chiamata per l’occorrenza con tanto di telecamere. Che ci fa un professore in un motel con una sua studentessa? - domandano. Dovevo prendere il registro - risponde lui prima di dileguarsi in auto. Inutile dire che in un paese normale la carriera del professore finirebbe qui. Ma quel docente è un uomo di potere, non solo accademico. Ex comunista, professionista affermato, è stato stretto consulente della giunta regionale siciliana. Riuscirà a cavarsela invocando il rispetto della privacy e gridando al complotto? Lo vedremo nei prossimi giorni e, come sempre in questi casi, dipenderà dal grado di riprovazione sociale che la vicenda riuscirà a suscitare, anzitutto fra docenti e studenti. Onore intanto a Dominique, così si chiama la ragazza che ha deciso di spezzare l’omertà e far saltare il gioco.... Ci vuole fegato a ribellarsi in quel contesto. Ma è assolutamente necessario. E lei ha deciso di metterci la faccia. Auguriamoci che tanti altri prendano ispirazione dal suo esempio...." Non rassegnamoci, riscopriamo il "valore" dell' indignazione, pretendiamo il rispetto dell' "etica" nel mondo dell'università, della scuola, dell'economia, della politica ... Facciamo nostro il coraggio di Dominique: cambiare,si può!

Maurizio Pirrotti

Il Cile, il salmone e...l'influenza


da: Voci Della Strada
... Il Cile è il secondo produttore mondiale di salmone, dopo la Norvegia, e ne esporta annualmente quasi mezzo milione di tonnellate. L’esportazione del salmone segue per importanza quella del rame e della cellulosa. L’acquicoltura del salmone nel Cile è la più produttiva al mondo, per la ricchezza, la fertilità dell’area marina delle Isole di Chiloè. Attualmente ci sono circa 5.000 ettari di mare dedicati all’acquicoltura del salmone concentrati in appena 300 km, con 600 aziende e circa 120 milioni di salmoni. In questo settore lavorano 50.000 persone, approssimativamente, ed il 70% sono donne ( il 90% nelle piante di lavorazione). Il lavoro dei sub è pericoloso e gli incidenti sono frequenti. Nel processo produttivo si impiegano grandi quantità di fungicidi, insetticidi e antibiotici. Si calcola che nel 2008 sono stati usati 0,07 grammi di antibiotici per tonnellata di salmone in Norvegia e 560 grammi in Cile (il 40% di chinoloni). Si aggiungono problemi ambientali: fuga dei salmoni (specie invasive europee)- un milione annualmente-; pesca eccessiva di sardine, suro e altri pesci per per l'alimentazione dei salmoni, e l’inquinamento e l’occupazione del mare in competizione con altre attività, come la pesca artigianale e il turismo. Quello che è certo è che i salmoni che scappano non possono essere pescati perché continuano ad essere proprietà delle industrie;Inoltre, l'eccessivo sfruttamento per nutrire i salmoni, lascia i pescatori artigianali senza sostentamento. Durante quest’anno, il prezzo del salmone norvegese è salito da 2,81 a 4,34 euro.
Come conseguenza, le azioni della più grande azienda di salmone del mondo, la norvegese Marine Harvest, sono salite di un 270%. Sono salite anche le azioni di un’altra azienda nordica dedicata alla produzione di alimenti per salmoni e trote, la Cermaq. L’aumento del prezzo del salmone norvegese è dovuto alla caduta della produzione del salmone cileno, di un 75%. La causa? La morte dei salmoni in Cile per l’enorme incidenza dell' anemia infettiva del salmone, ISA (da infectious salmon anemia). L'anemia infettiva del salmone è causata da un virus, probabilmente portato dall’Europa, dalla Norvegia, dove l' ISA fu un problema serio negli anni 80 e 90 del secolo scorso. L' ISA è apparsa per la prima volta in Cile nel 2007, e la sua diffusione ha probabilmente avuto a che fare con la piaga dei pidocchi del mare (Caligus). I pidocchi del mare hanno approfittato delle condizioni estreme di concentrazione di milioni di salmoni per crescere in modo incontrollato e per rendersi resistenti ai diversi pesticidi (usati imprudentemente in quantità crescenti e senza controllo). I pidocchi pizzicano e distruggono la pelle dei salmoni e questo facilita la trasmissione dell' ISA.Questa fu combattuta in Norvegia sacrificando gli animali, le quarantene e la pulizia, ma tutto è stato più facile lì, per la minor concentrazione di sfruttamento. In Cile si è iniziata una campagna manuale di vaccinazione dei salmoni ad uno a uno, oltre a spostare le gabbie più a sud, in acque più fredde e per ora non inquinate. Ma si calcola che la produzione impiegherà cinque anni per un recupero e già ci sono stati fino a 20.000 licenziamenti tra i lavoratori del settore. Le aziende hanno dovuto affrontare debiti milionari (intorno ai 1.500 milioni di euro) e, per rinegoziare il debito, lo Stato del Cile ha trasformato le concessioni, rendendole perpetue e ipotecabili. Di fatto, ha privatizzato il mare a scapito di ogni interesse nazionale.
Il virus che causa l' anemia infettiva del salmone colpisce principalmente gli endoteli vascolari che causano emorragie profuse. E’ un virus RNA, della famiglia degli Orthomyxoviridae, del tipo Isavirus. Cioè, è un virus dell’influenza del tipo che provoca l’influenza negli esseri umani, suini e volatili, ma per adesso non ha causato il minimo danno sulla salute dei lavoratori nè consumatori. In ogni caso, la storia dell' anemia infettiva del salmone ha dei punti in comune con i problemi che abbiamo a causa degli eccessi dell’industria dell’allevamento, “mucche pazze”, influenza aviaria e influenza A.
Soprattutto, dimostra che i governi non sono liberi, e che non prendono in modo indipendente, le decisioni che riguardano la loro sovranità e il benessere delle popolazioni che rappresentano. La gestione dell’influenza A è un buon esempio, con ritmi e allarmi marcati da agenti non identificati pubblicamente, con protocolli, medicine, vaccini, mascherine, saponi, aerosol, campagne che generano milioni di euro di profitti e cattive condizioni di salute.

Juan Gérvas


Fonte: http://www.migueljara.com/2009/10/09/tras-la-pandemia-de-la-gripe-del-cerdo-¿vendra-la-gripe-del-salmon/

Fonte:
http://www.migueljara.com/2009/10/09/tras-la-pandemia-de-la-gripe-del-cerdo-¿vendra-la-gripe-del-salmon/
Tradotto per Voci dalla Strada da
VANESA
Articoli correlati:LA PRIVATIZZAZIONE DEL MARE

Tutti al ....mare!

1)Enormi quantità di auto,invendute, si stanno accumulando in tutti i porti commerciali del mondo (questo nella foto a sinistra è il porto di Valencia). Le auto, invendute, stazionano da mesi sulle banchine (nella seconda foto, l'immenso porto di Ulsan in Corea del Sud) paralizzando l'attività dei porti. Le case automobilistiche cercano una soluzione. Le marche Coreane stanno pensando di noleggiare enormi navi container, riempirle di auto e poi ancorarle al largo. Una scelta già fatta dalla Toyota in Giappone... Nelle scorse settimane, abbiamo parlato delle tantissime aziende sane del nostro paese che, hanno commesse ma, che non possono produrre e rischiano il fallimento o dovranno "ridimensionarsi" licenziando personale, perche' le banche, dissanguate dalla loro stessa avidità, (obbligazioni spazzatura, Subprime, Cds, Cdo) etc. etc. hanno revocato loro ogni credito. Oggi parliamo di un altro aspetto della crisi:la sovrapproduzione! Si producono merci che il mercato, in crisi, non riesce ad acquistare. Allora, la geniale trovata, come nel caso delle aziende automobilistiche, di portare tutto a marcire in mezzo al mare: non vi sembra pura follia? L'ultima foto riguarda la situazione del porto di Civitavecchia. Da più parti, si chiedono, al governo, fondi pubblici per sostenere l'industria italiana dell'auto. Mi chiedo per fare cosa? Per produrre merci che poi butteranno a mare ? 

Maurizio Pirrotti

1)http://www.guardian.co.uk/business/gallery/2009/jan/16/unsold-cars?picture=341883529
2)http://gongoro.blogspot.com/2009/01/la-bolla-del-credito-in-unimmagine-sola.html