sabato 17 ottobre 2009

Quando ci vuole, ci vuole....Da ti eba maikata !

E' periodo di castagne. Stamattina, in una bottega di Oliveri, un chilo si vendevano a 2 euro e cinquanta.Una signora, cliente della bottega, si lamentava che l'equivalente peso in caldarroste viene venduto, invece, a 15 euro al chilo. Troppo caro. Secondo lei, il costo di lavorazione non giustifica un prezzo così alto rispetto al costo della materia prima. Ne e' seguita una discussione sui prezzi , generalmente bassissimi, pagati ai produttori di beni alimentari e sui costi, in genere altissimi, che noi consumatori finali paghiamo all'acquisto dei medesimi beni. L'esempio delle castagne e delle caldarroste può apparire banale e forse e' fuorviante ma, se in generale, come consumatori, ci lamentiamo per i prezzi, i produttori del settore agroalimentare, si disperano! Un chilo di grano viene pagato al produttore, attualmente, a 9 centesimi, contro un costo di produzione pari a 14 centesimi 1). Un litro di latte viene pagato al produttore 27 centesimi contro un costo di produzione, sostenuto dall'allevatore, di 48 centesimi al litro 2).
Un settore strategico per la nostra economia, come l'agroalimentare, e' in crisi profondissima non potendo sopravvivere ancora a lungo, vendendo meno di quanto costa produrre. Ma come e' possibile questa follia? Colpa dei grandi distributori, che avendo il monopolio del mercato, impongono i prezzi che vogliono? Colpa di una miope politica fiscale e contributiva che non aiuta? Anche. Ma il vero problema e' la politica agricola italiana. Da quando siamo entrati in Europa, tra contingentamenti, quote di produzione, limitazioni, incentivi a smettere di produrre, tasse e balzelli, l'intera agricoltura italiana e' stata smantellata. Le campagne, non più coltivate, abbandonate. Le disastrose alluvioni, oltre che per le pioggie copiose, gli incendi e l'incuria dell'uomo, hanno, nell'abbandono delle coltivazioni, una delle concause! Ci siamo chiesti, stamattina, in quella bottega di generi alimentari, se e quale paese europeo, abbia tratto un qualche
vantaggio competitivo dalla distruzione della nostra agricoltura. Ebbene la situazione italiana e' simile a quella di altri paesi europei. Parigi, in questi giorni, brucia. Nelle sue strade ardono i falò dei produttori di grano, che protestano per i prezzi troppo bassi che non coprono i costi di produzione. Nei giorni scorsi, a Bruxelles, c'e' stata la protesta dei produttori di latte europei. Hanno preferito gettare nei campi tonnellate del "prezioso liquido bianco" anzichè venderlo sottocosto ai distributori. Ma allora, se non ci guadagnano le economie delle Nazioni, chi trae lucro dalla distruzione delle industrie agroalimentare nazionali? Le grandi imprese multinazionali dell'agroalimentare che hanno il monopolio totale dalle sementi alle coltivazioni! Producono in zone del mondo, la dove la manodopera costa meno e invadono i nostri mercati con i loro prodotti a basso costo. La grande distribuzione compra ovviamente la dove trova convenienza. I nostri produttori o si adeguano a quei prezzi bassi o chiudono. Il fenomeno della globalizzazione nell'agricoalimentare (quì altre informazioni) non crea danno solo al territorio e alle aziende nazionali ma anche alla salute.Stephanie Smith, una ragazza del Minnesota, ha mangiato una polpetta di carne tritata, acquistata surgelata in un supermercato. Che c'e' di strano? Era domenica e da quelle parti il barbecue e gli hamburger sono una specie di moda. "Dopo aver mangiato, forti dolori di pancia e crampi. Lei pensò ad un virus. Poi vennero la diarrea e il sangue alle feci. La sofferenza si fece insopportabile. Cinque giorni dopo aver mangiato l'hamburger, Stephanie, 22 anni, venne ricoverata in ospedale. La diagnosi: avvelenamento da colibatterio. La più virulenta e devastante delle salmonelle: O157:H7. La ragazza entrò in coma e vi rimase per nove settimane. Quando ne uscì, il male aveva devastato il suo sistema nervoso. Non poteva camminare, era paralizzata dalla vita in giù."( quì l'articolo del Corriere) Si e' scoperto,dalle analisi, che quell'amburger, era un amalgama nauseabondo (reso appetibile attraverso l’introduzione di additivi chimici) costituito da un impasto immondo, fatto di ritagli di mattatoio pieni di grasso e di una poltiglia ottenuta centrifugando i resti degli animali in un impianto del Wisconsin.1a) Gli ingredienti venivano da Nebraska, Texas, South Dakota e perfino da un macello dell'Uruguay. Era stato prodotto dalla multinazionale alimentare Cargill, con sede a Minneapolis e filiali praticamente in tutti i paesi del mondo, dall’Australia al Vietnam, dal Guatemala al Ghana, per arrivare alle 11 sedi presenti in Italia, dove risulta leader nella produzione e vendita di dolcificanti, amidi, aromi ed addensanti, oltre che del cibo per animali. Ma non si pensi che quello della sfortunata ragazza sia stato un caso isolato:"Mentre la ragazza stava lottando contro la morte nell’ospedale in cui era stata ricoverata, altre 940 persone si ammalarono, fortunatamente in modo meno grave, a causa di quelle stesse polpette, prima che la ditta produttrice si vedesse costretta a ritirare 400 quintali di carne macinata dal mercato"2a)...
Non me ne vogliano, i sicuramente morigerati lettori di questo blog ma, traendo ispirazione dal blog:http://blog.libero.it/interiorlanding voglio concludere questo post con una dedica rivolta a tutti quei politicanti e sindacalisti, giornalisti ed economisti che, nel corso di questi ultimi due decenni, hanno fatto di tutto per imporci la globalizzazione mondialista:






















(visto che parliamo di globalizzazione, la dedica e' multilingue)
  1. 1. Vaffanculo (Italiano)
  2. 2. Fuck you (Inglese)
  3. 3. Otvaly (Russo)
  4. 4. Encule (Francese)
  5. 5. Fick dich (Tedesco)
  6. 6. Lech tiezdayen (Israeliano)
  7. 7. Vipierdalaj (Polacco 1)
  8. 8. Spierdalaj (Polacco 2)
  9. 9. Da ti eba maikata (Bulgaro)
  10. 10. Borocunbede (Persiano)
Maurizio Pirrotti

L'ultima foto e il testo "internazionale" dal post n°2638 pubblicato il 16 Ottobre 2009 da semprepazza

1)http://pdcimilena.wordpress.com/2009/10/17/agricoltori-francesi-come-quelli-siciliani-parigi-brucia/
2)http://notizie.it.msn.com/fotostory/gallery.aspx?cp-documentid=149775118
1a)http://ilcorrosivo.blogspot.com/
2a)http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_05/valentino-stephanie-hamburger_b18f5ed8-b178-11de-82d9-00144f02aabc.shtml