domenica 29 novembre 2009

Falcone, a Monte Giglione Necropoli di età preistorica

I primi uomini vennero in Sicilia dal mare ed arrivarono nel primo paleolitico, forse prima del 70.000 A.C. La storia di questo lunghissimo periodo, (il Paleolitico) durato migliaia di anni, è ancora oscura per via della quasi totale mancanza di ritrovamenti archeologici. Finora,"dalle nostre parti", è stato scoperto "soltanto" un sito sepolcrale nella grotta di San Teodoro, sulla costa settentrionale, tra Palermo e Messina. Finita la grande glaciazione che caratterizzò quel periodo, al Paleolitico seguì una nuova e decisiva fase dello sviluppo culturale nella quale, l’uomo, da raccoglitore e cacciatore nomade divenne produttore di cibo, allevando animali e coltivando i campi. Questo periodo e' comunemente definito "neolitico". Il termine è composto dalle due parole greche "neo" (nuova) e "litos" (pietra) e si riferisce, in particolar modo, alla scoperta, ed all'uso che l'uomo fa,dell'argilla e della ceramica. La più antica cultura neolitica in Sicilia, risalente addirittura al 3000 a.C., detta cultura di Stentinello, avrebbe lasciato traccia di sè sul monte Giglione, nel comune di Falcone. Quando si parla delle origini dei "nostri" centri abitati si fa spesso riferimento a Greci e Romani ma, il sito archeologico, di Giglione, è la prova che le "nostre" zone erano già abitate più di 5000 anni fa! Una necropoli con le caratteristiche tombe a grotticella attende, in contrada "Giglione" di essere "riscoperta" e resa fruibile al grande pubblico: quando la Soprintendenza al Patrimonio Storico Artistico di Messina se ne interesserà, con una adeguata campagna di scavi e con un "doveroso"recupero dell'area? --(Quì un ottimo reportage, fatto nel 2003, dagli alunni ed insegnanti, dell'Istituto Comprensivo "Papa Giovanni XXIII" di Falcone).

Maurizio Pirrotti

Fammi ristari 'nto menzu di to brazza



Fammi ristari 'nto menzu di to brazza
Dammi un bacittu cu' sta buccuzza rosa
Tenimi strittu e fammi na carizza
Non mi lassari resta a mia vicinu
Non mi lassari resta a mia vicinu

Fammi ristari 'nto menzu di to brazza
Fammi tuccari na picca sutta a vesti
Porta la manu 'nto menzu a stu giardinu
Non mi lassari resta a mia vicinu
Non mi lassari resta a mia vicinu

Fammi ristari 'nto menzu di to brazza
Scantu n'aviri si la to matri veni
Strinciti forti ca ti vogghiu bbeni
Non mi lassari resta a mia vicinu
Non mi lassari resta a mia vicinu

Fammi ristari 'nto menzu di to brazza
Dammi sta buccuzza duci di l'amuri
Non t'umbriari pi sti cosi beddi
Non mi lassari resta a mia vicinu
Non mi lassari resta a mia vicinu

Fammi ristari 'nto menzu di to brazza
Vardimi 'nta l'occhi non ristari morta
Scantu n'aviri non ti fazzu mali
Teniti stritta resta a mia vicinu
Teniti stritta resta a mia vicinu

Taberna Mylaensis