I primi uomini vennero in Sicilia dal mare ed arrivarono nel primo paleolitico, forse prima del 70.000 A.C. La storia di questo lunghissimo periodo, (il Paleolitico) durato migliaia di anni, è ancora oscura per via della quasi totale mancanza di ritrovamenti archeologici. Finora,"dalle nostre parti", è stato scoperto "soltanto" un sito sepolcrale nella grotta di San Teodoro, sulla costa settentrionale, tra Palermo e Messina. Finita la grande glaciazione che caratterizzò quel periodo, al Paleolitico seguì una nuova e decisiva fase dello sviluppo culturale nella quale, l’uomo, da raccoglitore e cacciatore nomade divenne produttore di cibo, allevando animali e coltivando i campi. Questo periodo e' comunemente definito "neolitico". Il termine è composto dalle due parole greche "neo" (nuova) e "litos" (pietra) e si riferisce, in particolar modo, alla scoperta, ed all'uso che l'uomo fa,dell'argilla e della ceramica. La più antica cultura neolitica in Sicilia, risalente addirittura al 3000 a.C., detta cultura di Stentinello, avrebbe lasciato traccia di sè sul monte Giglione, nel comune di Falcone. Quando si parla delle origini dei "nostri" centri abitati si fa spesso riferimento a Greci e Romani ma, il sito archeologico, di Giglione, è la prova che le "nostre" zone erano già abitate più di 5000 anni fa! Una necropoli con le caratteristiche tombe a grotticella attende, in contrada "Giglione" di essere "riscoperta" e resa fruibile al grande pubblico: quando la Soprintendenza al Patrimonio Storico Artistico di Messina se ne interesserà, con una adeguata campagna di scavi e con un "doveroso"recupero dell'area? --(Quì un ottimo reportage, fatto nel 2003, dagli alunni ed insegnanti, dell'Istituto Comprensivo "Papa Giovanni XXIII" di Falcone). Maurizio Pirrotti
Fammi ristari 'nto menzu di to brazza Dammi un bacittu cu' sta buccuzza rosa Tenimi strittu e fammi na carizza Non mi lassari resta a mia vicinu Non mi lassari resta a mia vicinu
Fammi ristari 'nto menzu di to brazza Fammi tuccari na picca sutta a vesti Porta la manu 'nto menzu a stu giardinu Non mi lassari resta a mia vicinu Non mi lassari resta a mia vicinu
Fammi ristari 'nto menzu di to brazza Scantu n'aviri si la to matri veni Strinciti forti ca ti vogghiu bbeni Non mi lassari resta a mia vicinu Non mi lassari resta a mia vicinu
Fammi ristari 'nto menzu di to brazza Dammi sta buccuzza duci di l'amuri Non t'umbriari pi sti cosi beddi Non mi lassari resta a mia vicinu Non mi lassari resta a mia vicinu
Fammi ristari 'nto menzu di to brazza Vardimi 'nta l'occhi non ristari morta Scantu n'aviri non ti fazzu mali Teniti stritta resta a mia vicinu Teniti stritta resta a mia vicinu
Mi sono spesso occupato, su questo blog, di un argomento "scomodo" ossia l'alta incidenza delle patologie tumorali ad Oliveri ...
“ Conoscerete la verità, e la verità
farà di voi degli uomini liberi !” (Giovanni 8:32).
La tirannia di un principe in un’oligarchia non è tanto pericolosa al benessere pubblico quanto l’apatia del cittadino in una democrazia. (Montesquieu. 1748)
Il cinico smaschera con il suo esempio gli idoli privati e pubblici. Esemplare, a questo proposito, quel filosofo cinico trascinato in giudizio perché si rifiuta di accettare i misteri. Se i misteri sono cattivi, egli dice, il filosofo deve dire la verità su di loro. Se sono buoni, dovrà attirarvi più gente possibile. In ogni caso deve conoscerli e quindi non possono darsi misteri. (Michel Foucault)