lunedì 10 maggio 2010

Scuola: le prove..."I.N.VAL.S.I."

L'acronimo sta per: Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. Sul sito, di tale istituto, fa bella mostra di se il logo quì a lato, dalla scritta accattivante.
C'è scritto: "Trasparenza, fiducia"....Sarà!

Giorni fa, un questionario Invalsi, distribuito alle scuole dal ministero, è stato dato ai bambini per essere compilato dai genitori.2) Le domande contenute nel questionario non hanno nulla a che vedere con la 1) "didattica né con la valutazione delle conoscenze e dei saperi. Il questionario, in realtà, serve per individuare la provenienza “socio-economico-culturale” dei singoli studenti". Una sorta di schedatura delle famiglie.
Non solo questo, c'è dell'altro!
Scrive Maristella Iervasi, sull'Unità: "E '
ancora più inquietante che si insista nella “persecuzione” dello studente immigrato. Di lui si vuole conoscere tutto: se è nato in Italia e l’arrivo in Italia; se ha frequentato l’asilo nido e la materna..... Le domande sugli studenti sono per lo più dirette a raccogliere informazioni sugli stranieri. Per quanto riguarda i genitori italiani e non, si “spulcia” indirettamente sul reddito di mamme e papà. Con strafalcioni sui titoli di studio e “dimenticanze” clamorose nell’elenco delle professioni. Il ministero accorpa arbitrariamente categorie di lavoratori secondo un’idea piramidale della società ancora ferma all’era Gentile. La classifica si apre con il “disoccupato” ma non c’è traccia del precario o dell’informatico e co.co.pro. L’insegnante è equiparato alla truppa. Il docente universitario all’ufficiale militare. E così via. Fino alla “chicca” sui titoli di studio superiore al diploma: si cita l’Isef, che non esiste più. La nuova terminologia è superata in Scienze motorie. Le prove Invalsi a tutela della privacy sono rigorosamente anonime, sui singoli fascicoli compare solo un codice numerico identificativo del plesso, del livello di classe frequentata e della sezione dello studente. Ma in un circolo didattico di Roma, il dirigente ha consegnato alle famiglie la scheda con lo spazio per il nome e il cognome dell’alunno, oltre la classe e la sezione. Da qui la protesta delle famiglie: “Consegneremo la scheda in bianco o incompleta”. «Mio figlio Matteo all’uscita di scuola mi ha detto: 'Guarda mamma la scuola vuole sapere se il papà di Gerry è italiano. Che gli importa?'», racconta Paola Angelucci consigliera del municipio XI. E le proteste si annunciano anche altrove. La battagliera Simonetta Salacone, dirigente della scuola Iqbal Mashid e capofila nella protesta anti-Gelmini, fa sapere: “Pretendo la garanzia dell’anonimato sulle prove Invalsi e sulla scheda studenti-famiglie. Ho già attivato i sindacati”.
Sta "ministressa" all'istruzione... ne avesse fatta una "giusta"!

Maurizio Pirrotti


1) quì l'articolo completo
2) grazie alla gentile lettrice per la segnalazione

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