No, non si tratta di una divertente partita di calcio. I giornali,oggi, titolano: "Bombe a Bagdad, 95 morti!" oppure: "Attentati a Mosul, 50 morti e 160 feriti!" E' un triste bollettino di guerra che, ogni tanto, fa capolino tra una notizia e l'altra. Da anni. Ormai, quasi, non ci facciamo più caso ...
Quanto accade fa orrore e sembra un film già visto.
L'iraq oggi, come l'Italia nel 45: la motivazione geopolitica, allora, era la posizione strategica nel Mediterraneo, oggi, il petrolio e non solo quello.
Paese sovrano, custode di una una gloriosa storia millenaria, invaso dallo straniero, stragi di cittadini inermi, torture, stupri, orrori inenarrabili, guerra civile, ogni spirito di ribellione annichilito, le sue infrastrutture, le sue scuole, la sua economia, bombardate e distrutte. Le sue ricchezze, saccheggiate. Quello che era il lider, un tempo dalla popolazione amato e rispettato.... impiccato e demonizzato a imperitura memoria. A dire il vero, una differenza con l'Italia di allora c'e: il lider italiano fu impiccato a testa in giù... da morto. Sconfitti, affamati, sporchi, demoralizzati e stanchi, noi, abbiamo accettato,alla fine, quasi con sollievo,
l'occupazione militare, economica e culturale che dura ormai da 64 anni. Erano invasori, per i libri di storia ... alleati e liberatori. Una volta "normalizzato" il paese e instaurata la democrazia, e' arrivato il benessere e la libertà, di cui abbiamo goduto tutti fino ad ora. Ed e' grazie a questo benessere e questa libertà che nessuno, certo, adesso, me compreso,rimpiange più quei tempi, e ci mancherebbe!
Succederà così anche in Iraq, paese, un tempo, culla della civiltà.
Maurizio Pirrotti
giovedì 20 agosto 2009
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