11 febbraio 2010 (MoviSol) - La crisi finanziaria che attualmente colpisce i paesi ad alto deficit dell'Eurozona, come Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo, è la continuazione della fase esplosa con l'insolvenza di Dubai lo scorso novembre. Come scrivemmo in quell'occasione, assistiamo al prevedibile fallimento della politica dei salvataggi bancari a suon di trilioni di dollari, suggerita da Londra e adottata dal G20. Gli stati e le banche centrali hanno acquistato porzioni del debito tossico del sistema bancario privato, aggravando i conti pubblici. Ora, le banche e gli hedge funds usano quei soldi per distruggere le nazioni.Il tentativo dell'UE e del FMI di far pagare la crisi e la loro politica ai cittadini, imponendo draconiane misure di austerità, è completamente incompetente. L'unica soluzione è sostituire il sistema finanziario, irrimediabilmente in bancarotta, con un sistema creditizio.Infatti, se i governi tentassero di applicare le misure di tagli richieste dalla dittatura bancaria dell'UE, il problema si aggraverebbe. Ci sarebbe una spirale deflazionistica, con l'economia che si restringerebbe ad ogni nuovo taglio, dunque aumentando il deficit e giustificando nuove richieste di tagli ecc. L'inevitabile risultato sarebbe il caos sociale. Queste nazioni sarebbero presto di fronte all'insolvenza o, come unica alternativa, alla scelta di abbandonare l'Unione Monetaria, riacquistando la sovranità sulla propria moneta e sulla propria economia.Anche se nell'occhio del ciclone si trovano Spagna e Grecia, la crisi non risparmierà paesi che godono ancora del rating AAA. Il settore finanziario spagnolo è intimamente legato alla City di Londra, grazie all'alleanza tra Santander, la più grande banca dell'Eurozona, e la Royal Bank of Scotland, oggi di proprietà statale. Il crollo della Spagna, una possibilità non più remota, avrebbe effetti rovinosi in Gran Bretagna, che ha un debito del 170% sul PIL se si contano i debiti delle banche nazionalizzate.In un articolo pubblicato il 7 febbraio, il presidente dello Schiller Institute internazionale, Helga Zepp LaRouche, ha scritto che l'Eurozona "si trova esattamente al punto che io previdi quando fu eliminato il marco e fu introdotta l'Unione Monetaria ed Economica: una moneta unica senza unità politica e con un divario enorme di sviluppo economico non poteva funzionare. Dopo una fase iniziale illusoria, in cui i cosiddetti paesi in rincorsa hanno vissuto un boom – leggi: una bolla di cui ora vediamo la dinamica reale – la discrepanza tra i paesi con avanzo di bilancia commerciale (la Germania, l'Olanda, il Belgio e l'Austria) e quelli con disavanzo (Grecia, Spagna, Francia, Portogallo, Irlanda e Italia) si è allargata negli otto anni successivi all'introduzione dell'euro, e ha ora raggiunto il punto di rottura."Se le nazioni europee continueranno a sottomettersi al diktat dell'Impero Britannico – e cioè la dittatura UE e tutti gli aspetti distruttivi della sua politica – esse sprofonderanno presto nella miseria e nel caos. Tra questi aspetti distruttivi ci sono l'ecodittatura della Commissione Europea e la follia del Patto di Stabilità, i criteri del Trattato di Maastricht e il tetto al debito".
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